In quali casi i lavoratori che hanno versato i contributi rischiano di rimanere senza pensione? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
L’anno più difficile della pandemia di Covid è stato il 2020. L’Italia ha registrato un -8,9% del PIL, mentre la pressione fiscale raggiungeva il 43,1%. Le donne sono state le più colpite. La Repubblica riporta che a dicembre 2020, a fronte di 99.000 donne che hanno perso il lavoro, si sono registrati solamente 2.000 uomini rimasti disoccupati.
Il lavoro precario e discontinuo è uno dei principali nemici della pensione. Anche in questo caso, la categoria più colpita è quella delle donne. Il “Rapporto Plus 2022. Comprendere la complessità del lavoro” di Inapp-Plus è giunto a queste conclusioni analizzando un campione di 45.000 individui dai 18 ai 74 anni.
Perchè le donne escono dal mercato del lavoro in Italia?
Dopo la nascita del primo figlio, solo il 43,6% delle donne conserva lo stesso lavoro: questa percentuale scende al 29% nel sud Italia, Sicilia e Sardegna. Inoltre, il 18% della forza lavoro femminile esce completamente dal mercato del lavoro dopo la maternità. Le motivazioni si trovano nel mancato rinnovo del contratto o nelle difficoltà economiche.
Soprattutto coloro che abitano lontano dai grandi centri abitati si trovano infatti a non avere sufficienti strutture come gli asili nido, e gli stipendi non permettono di assumere una bambinaia. Sono dunque le donne le componenti della famiglia a cui è maggiormente destinata l’attività di cura, anche dei parenti anziani non più autosufficienti.
Versare i contributi ma restare senza pensione: perchè può accadere
I lavoratori a regime misto retributivo e contributivo, ovvero coloro che hanno iniziato la professione o mestiere prima del 1996, possono andare in pensione al raggiungimento di venti anni di contributi versati. Questo requisito non viene raggiunto soprattutto da molte donne, che hanno versato dei contributi ma rimarranno senza pensione.
Oltre al numero di anni di contributi, c’è un altro requisito che rischia di non essere raggiunto soprattutto da tutti i lavoratori precari e intermittenti o che sono ricorsi al part-time. Per potersi ritirare dal lavoro, infatti, la propria pensione deve ammontare ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale, che nel 2023 è stato fissato in 503,27 euro mensili.
Come fare per essere sicuri di avere i requisiti per ritirarsi in pensione
Come fare dunque per non restare senza pensione nonostante i contributi versati? L’INPS mette a disposizione due strumenti molto importanti per simulare il proprio assegno pensionistico. “Pensami” può essere utilizzato anche senza accedere alla propria area riservata del portale INPS e simula la pensione in base alle leggi vigenti.
“La mia pensione futura“, invece, è consultabile dalla propria area riservata INPS. Permette di controllare i contributi che risultano versati e segnalare eventualmente gli errori riscontrati. Si potrà inoltre conoscere con esattezza la data a partire dalla quale si avrà diritto di chiedere la pensione di anzianità oppure anticipata.