Anche in caso di inflazione alta c’è qualcuno che cerca di approfittarsi dei consumatori. La Guardia di Finanza smaschera i truffatori.
La misura dell’inflazione nazionale si ha dalla differenza di prezzo che troviamo nei prodotti che acquistiamo tutti i giorni come la pasta o il pane. Proprio su questi prodotti c’è chi prova ad approfittarsi della situazione per proprio tornaconto. Ecco cosa ha scoperto la Guardia di Finanza.
Fate molta attenzione ai prezzi della pasta, principale metro di paragone per capire quanto sia aumentato il tasso dell’inflazione in Italia. Da quando si sono cominciati ad avere i primi problemi di costi di produzione in seguito all’invasione russa in Ucraina il tasso di inflazione è salito moltissimo e ha colpito moltissimi prodotti che vengono quotidianamente acquistati da tutti i cittadini italiani.
La pasta in particolare è stata particolarmente colpita nel suo prezzo finale a causa della crisi del grano, che ha reso la produzione di pasta in Italia molto più costosa e di conseguenza anche il prodotto finito.
Tuttavia di recente i traffici di grano dall’Ucraina hanno ripreso a scorrere e il prezzo del grano duro sul mercato si è ridotto… Perché quello della pasta no? Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto partire una indagine approfondita della Guardia di Finanza per fare luce su questo problema, giacché si pensa a un massiccio impatto di speculatori. Il ministero ha già comunicato che è da tempo in corso un monitoraggio costante dei prezzi e non passerà molto prima che la Guardia di Finanza cominci a muoversi con controlli più approfonditi.
A esporsi su questa situazione c’è anche il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che sottolinea l’importanza di capire se ci siano delle speculazioni sulla filiera produttiva e distributiva della pasta.
Codacons, l’associazione di consumatori, ha fatto le sue ricerche sul fenomeno dell’aumento dei prezzi. La sua ricerca ha mostrato come a marzo il prezzo della pasta sia aumentato del 17,5%. Nonostante la presenza di un tasso di inflazione alto questo dato sarebbe fin troppo alto per un settore che sta, anzi, avendo notizie positive per quanto riguarda i costi di produzione.
Da una parte l’afflusso di grano duro in aumento, dall’altro il graduale abbassamento dei costi dell’energia dovrebbero abbassare il prezzo del prodotto finito anziché alzarlo nuovamente.
A confermare questa contraddizione sono anche le ricerche di Coldiretti, che ha dichiarato come il prezzo del grano duro in Italia sia attualmente di 0,32 euro al chilo, inferiore del 30% rispetto a questo periodo l’anno scorso. Per contro il prezzo della pasta è raddoppiato rispetto allo stesso periodo di tempo.
Tutte le ricerche effettuate sul fenomeno sembrano portare alla stessa conclusione: c’è effettivamente un problema di speculazione sul prezzo della pasta. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta già prendendo provvedimenti.
Nel prossimo futuro ci si aspetta una massiccia dose di controlli da parte della Guardia di Finanza nei confronti delle aziende che si pongono nella filiera produttiva e distributiva della pasta, per capire dove sta avvenendo la speculazione e punire i colpevoli.
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