I bonus per i lavoratori non si fermano a quelli del taglio al cuneo fiscale. Il Governo mette in gioco un nuovo aumento che arriva sotto Natale.
Il 2023 sarà un anno pieno di aumenti e bonus per i lavoratori dipendenti. Dopo il taglio del cuneo fiscale, che aumenta il guadagno netto in busta paga, il Governo Meloni ha deciso di inserire un’altra agevolazione sulla tredicesima che spetta a tutti i lavoratori a Natale.
La tredicesima mensilità è una prestazione a cui hanno diritto tutti i lavoratori dipendenti. Si tratta, in sostanza, di un regalo di Natale del datore di lavoro nei confronti del dipendente. Questa mensilità extra è estremamente importante per bilanciare il reddito dei lavoratori dipendenti durante l’anno, nonché uno dei più importanti bonus a disposizione di chi ha un contratto di lavoro di questo tipo. La tredicesima mensilità, così come tutte le altre nel corso dell’anno di lavoro, viene tassata tramite IRPEF e ogni altra tassa che si applica normalmente in busta paga.
Con questo intervento, che sarà operativo con il nuovo decreto lavoro atteso per la fine di maggio, il Governo ha deciso per una massiccia detassazione della tredicesima mensilità per i lavoratori dipendenti. In particolare il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha confermato che l’idea sarebbe di sottoporre la tredicesima mensilità alla flat tax al 15% presentata in pompa magna dal centrodestra durante la campagna elettorale e già prevista per i lavoratori autonomi. L’applicazione dell’aliquota unica sulla tredicesima permetterebbe un grosso risparmio netto sulle buste paga del mese di dicembre, fino a 420 euro nel caso dei redditi più alti, che beneficerebbero maggiormente dell’applicazione della flat tax.
L’applicazione sottoposta ai problemi di budget
Se è vero che l’applicazione della flat tax sarebbe di grande utilità per moltissimi lavoratori dipendenti, Leo sottolinea come la discriminante se questa misura sarà confermata o meno sia la disponibilità di risorse da destinarvi. Per quanto possa sembrare poca cosa l’applicazione di un’aliquota più bassa a una sola mensilità su 13, sarebbe comunque un grosso sforzo economico per lo Stato italiano, che perderebbe molte delle entrate che i cittadini versano ogni anno. Il Governo dovrà farsi i conti in tasta e capire se vale la pena sacrificare una parte del budget in questo senso.
Il Governo ha già speso molto per le riforme fiscali dei mesi precedenti e ancora prima per gli altri aiuti economici approvati nella manovra di Bilancio. La situazione dei conti pubblici non è proprio rose e fiori e potremmo finire per non avere abbastanza soldi per fare tutti i necessari interventi sull’economica italiana.
Le spese del Governo per far ripartire l’economia
Le sfide del Governo in questo 2023 sono tantissime sul piano economico. Dalla revisione completa del sistema pensionistico all’assistenza contro la perdita di potere d’acquisto di stipendi e pensioni, passando attraverso le sfide da portare avanti per farci dare i soldi europei del PNRR.
Per quanto riguarda quello che è stato fatto fino ad ora, è indubbio che ci saranno dei benefici. Le buste paga saranno aumentate di valore grazie al taglio del cuneo fiscale, così come i vari bonus per l’edilizia aiuteranno a portarci avanti con i piani del PNRR. Per il futuro, tuttavia, è possibile che si dovrà fare ancora di più e occorre fare attenzione alla gestione delle risorse.