Gli stipendi attuali sono troppo bassi per garantire una pensione futura accettabile ai giovani lavoratori: serve il salario minimo
C’è un problema non da poco in Italia oggi ed è l’assenza del salario minimo, il che mette a repentaglio le pensioni future. Il nostro è uno dei pochi Paesi Ue a non averlo ancora adottato e le basse retribuzioni non garantiscono una pensione dignitosa fra qualche anno, mentre lo Stato continua con le politiche di aiuto per sostenere il potere d’acquisto. Sulla questione è intervenuto Pasquale Tridico.
Il presidente uscente dell’Inps ha rilasciato un’intervista al Salone Internazionale del Libro a Torino spiegando che la sostenibilità delle pensioni passa da uno stipendio dignitoso, con l’Italia fermo mentre le altre nazioni europee hanno adottato misure precise. Serve un intervento immediato per garantire a ogni lavoratore una retribuzione di almeno 9 euro l’ora, come indicato dalla Ue nel 2022.
Considerando l’esplosione dell’inflazione, si tratta anche di una cifra bassa. Il sistema pensionistico si regge infatti sui contributi dei giovani lavoratori e oltre al salario basso c’è anche il problema del rapporto tra lavoratori e pensionati, a 1,4 invece che alla media di 1,6.
Salario minimo, gli effetti sulle pensioni
L’Italia è davvero molto indietro con gli stipendi perché si guadagna il 40% in meno rispetto alla Francia e il 60% in meno rispetto alla Germania. Questi due paesi negli ultimi dieci anni hanno saputo adeguare le retribuzioni all’inflazione reale. Noi invece abbiamo infine tipologie di contratti di lavoro con ogni tipo di sotterfugio per pagare meno possibile la manodopera.
Negli ultimi 40 anni i salari sono diminuiti di quasi il 2% e si tratta dell’unico Paese, tanto che nemmeno Grecia e Cipro hanno fatto peggio di noi, e la produttività è stata nove volte più bassa della media Ue. Il salario minimo porterebbe anche a una pensione dignitosa, con Tridico che consiglia di introdurlo quanto prima per estinguere anche la piaga del lavoro in nero.
La soglia la si può individuare in 1000 euro al mese. Serve un lavoro regolare ed equamente pagato, senza che lo Stato intervenga all’infinito con politiche assistenziali. I bassi livelli salariali non possono sostenere ancora a lungo la spesa per le pensioni.