Diversi pensionati stanno ricevendo in questi giorni una lettera da parte dell’INPS: ecco chi sono coloro che dovranno dare indietro dei soldi.
Nel 2023 l‘importo medio della pensione in Italia è stato di 1.359,53 euro. L’INPS spiega che nel nord Italia il valore medio dell’assegno è più elevato, e si attesta sui 1.456,71 euro. Allo stesso modo, gli uomini percepiscono assegni più ricchi, che sempre nel nord Italia ammontano a quasi il doppio di quelli femminili per le pensioni di vecchiaia.
Le pensioni con gli importi più bassi sono erogate principalmente agli italiani che risiedono all’estero. In questo caso, è molto probabile che si tratti di emigrati che hanno lavorato in Italia solamente una parte della loro carriera, e che quindi percepiscano più assegni pensionistici da parte di diversi Paesi in regime di convenzione internazionale.
Al contrario di quanto si possa pensare, circa il 25,1% dei pensionati ha meno di 70 anni di età. Inoltre, le persone con 90 o più anni in media ricevono almeno due pensioni: questo è dovuto principalmente al fatto che i più anziani spesso rimangono vedovi o cumulano la pensione di anzianità con quella di invalidità.
Bisogna sapere che l’INPS non invia comunicazioni cartacee ai pensionati residenti in Italia, ma che questi sono in alcuni casi obbligati a compilare il RED, ovvero la dichiarazione della situazione reddituale. In particolare, sono tenuti a farlo i pensionati che non percepiscono altri redditi oltre, appunto, al loro assegno pensionistico mensile.
La compilazione del RED è sempre dovuta nel caso in cui la situazione reddituale del pensionato sia variata rispetto all’anno precedente, in alcuni casi anche a livello familiare. Sono tenuti a compilare il RED ed anche procedere alla dichiarazione dei redditi i pensionati che hanno avuto ulteriori redditi oltre alla loro pensione.
Nel caso in cui il pensionato non provveda con queste importanti comunicazioni, l’INPS potrebbe anche stabilire che eventuali aumenti pensionistici siano stati erogati erroneamente. Sembrerebbe essere questo il motivo per cui diversi pensionati starebbero ricevendo in questi giorni delle comunicazioni da parte dell’INPS.
Il patronato Enasc ha pubblicato sul proprio portale copia del messaggio “INPS.HERMES.09/05/2023.0001661“. Nella comunicazione si legge che i pensionati destinatari della lettera, a partire dal mese di giugno 2023, si troveranno a dare indietro dei soldi all’INPS in 24 rate che saranno trattenute dall’assegno mensile.
L’INPS potrebbe dunque aver stabilito che, in mancanza del RED, le maggiorazioni sulla pensione non erano dovute. Questo anche se l’assegno mensile erogato è di importo molto contenuto. Ciò che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale starebbe chiedendo di restituire sono gli aumenti erogati nell’anno 2019 e 2020.
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