Ci sono alcune informazioni che riguardano il modo in cui le normative vigenti limitano i tuoi contanti sul conto corrente e che è fondamentale conoscere.
Al contrario di quanto si possa pensare, i limiti alla circolazione del contante in Europa non sono mai stati uniformati fra i diversi Paesi. Ci sono quindi 12 Stati su 30 che applicano dei limiti alla circolazione del contante. Fra questi, c’è la Francia che pone un limite di 1.000 euro per i residenti e di 15.000 euro per i non residenti.
In Portogallo, invece, il limite è di 1.000 euro per tutti. La Grecia permette di utilizzare un massimo di 1.500 euro in contanti, mentre in Romania il limite giornaliero è di 2.100 euro ed in Spagna è di 2.500 euro per i residenti e 15.000 euro per i non residenti. In Belgio il limite sale a 3.500 euro, mentre in Bulgaria si arriva a 5.100 euro.
Sorprenderà scoprire che, fra i paesi con il limite alla circolazione dei contanti più alta sono quelli dell’est europeo. In Repubblica Ceca è fissato a 14.000 euro, mentre in Polonia e Croazia si arriva a 15.000 euro. Anche in Italia vi è un limite al contante, che è stato rimaneggiato più volte nel corso degli anni.
Gli italiani hanno sempre mostrato di apprezzare la possibilità di pagare in contanti, che considerano imprescindibile. I dati di Bankitalia confermano che poco più del 20% della popolazione fa ricorso al pagamento con cartamoneta almeno sporadicamente. Anche per questo motivo, le limitazioni non hanno avuto riscontro positivo dagli elettori.
Mario Monti aveva abbassato il limite alla circolazione dei contanti a 1.000 euro. Questo significava che, tutte le transazioni di importo maggiore dovessero essere effettuate con uno strumento elettronico. Per questo motivo, decise di conseguenza di eliminare l’imposta di bollo a tutti i conti correnti con una giacenza sotto i 5.000 euro.
La legge di bilancio 2023 ha provveduto a modificare di nuovo il limite ai pagamenti in contanti, che dal 1° gennaio 2023 è stato alzato a 5.000 euro. Le transazioni fino a 4.999,99 euro, quindi, potranno essere regolate con la cartamoneta, mentre quelle di importo superiore dovranno essere portate a termine con uno strumento elettronico.
Non esiste un limite al contante che eventualmente si desidera prelevare dal proprio conto corrente. Tuttavia, nel momento in cui si dovessero fare numerosi prelievi che in un mese dovessero ammontare ad almeno 10.000 euro, la banca o l’intermediario finanziario è tenuto a fare la segnalazione di operazione sospetta.
Lo stesso accadrebbe nel momento in cui gli acquisiti in contanti effettuati nello stesso mese dovessero superare i 10.000 euro. La UIF, ovvero l’Unità di Informazione Finanziaria, non raccoglie i dati solamente dalle banche, ma anche da tutti gli istituti di credito, i ragionieri e commercialisti, avvocati e notai, compro oro e mediatori mobiliari.
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