Mutui fuori controllo e sempre più case finiscono all’asta. Cosa sta succedendo? Analizziamo insieme la situazione.
Mutui impazziti e tassi di interesse che continuano a salire. Il rischio di vedere la propria casa prima pignorata e poi messa all’asta non è così remoto. Vediamo insieme quando un immobile può finire all’asta e cosa si può fare.
Nel caso in cui una persona non riesca a saldare i propri debiti, i creditori possono rifarsi chiedendo il pignoramento dei beni mobili e immobili. Così una ci si può trovare con il conto in banca pignorato e la casa nella stessa situazione. Si badi bene: anche la prima casa può essere pignorata come può essere pignorata anche un’abitazione già ipotecata. In ultimo: può essere pignorata un’abitazione anche se vi abitano bambini o disabili.
Dopo il pignoramento può arrivare la vendita all’asta. Se, infatti, il debitore non riesce in nessun modo a regolarizzare la sua situazione con i creditori, il ricavato della vendita all’asta dell’immobile servirà a coprire i debiti. Tuttavia a volte nemmeno la vendita della casa è sufficiente. Infatti con la vendita all’asta gli immobili subiscono un notevole deprezzamento. Pertanto il proprietario, oltre a essere rimasto senza casa, spesso deve anche continuare a pagare il debito.
Ecco quando una casa finisce all’asta
Come anticipato, una casa finisce all’asta dopo essere stata sottoposta al pignoramento a causa di un debito nei confronti della banca o di un altro soggetto creditore. Se il debito è inferiore ai 20mila euro, la casa non potrà essere pignorata e, di conseguenza, non andrà all’asta. Diversamente il rischio c’è.
Nel caso in cui non si paghi il mutuo, ad esempio, la banca può richiedere l’esecuzione forzata e vendere l’immobile, ma lo stesso può avvenire per altri debiti che non hanno nulla a che fare con il pagamento della casa. La vendita all’asta rappresenta, comunque, “l’ultima spiaggia”. È l’ultima strada che il creditore percorre per cercare di recuperare quanto gli spetta. Naturalmente il debitore non può partecipare all’asta. Ciò che può fare è, però, concordare un piano di saldo a stralcio con il creditore. In questo modo chi ha il debito riuscirà a saldarlo pagando un importo inferiore e chi da anni aspetta i suoi soldi ne riavrà indietro meno ma in tempi più rapidi.
Se tra debitore e creditore non si raggiunge nessun accordo, allora si procede con l’asta. La procedura di vendita può iniziare soltanto dopo l’atto di pignoramento, a sua volta preceduto dai seguenti atti:
- il decreto ingiuntivo, con cui l’autorità giudiziaria intima al debitore il pagamento del debito -comprensivo di interessi e spese- entro 40 giorni;
- l’atto di precetto, che dà al debitore un termine di 10 giorni per saldare il debito, come una sorta di ultimatum.
Se questi tentativi non vanno a buon fine, il debitore riceve l’atto di pignoramento, seguito da un controllo del perito finalizzato a stabilire il valore minimo da cui partirà l’asta. Se l’immobile pignorato non riceve alcuna offerta, nelle aste seguenti il prezzo verrà ridotto, fino al 50%. Se dopo 4 aste l’immobile resta invenduto, il giudice chiude il pignoramento. A questo punto la casa tornerà in pieno possesso del debitore. Il debitore, nel frattempo, ha facoltà di chiedere al giudice la sospensione dell’asta per un massimo di 24 mesi per trovare i soldi necessari a saldare il suo debito.