Qual è la scelta migliore nel 2023 per non avere guai con i mutui? Ecco cosa sta succedendo nel mercato in questi mesi e le previsioni.
È emerso solo in questi giorni che, dopo Christine Lagarde, anche il presidente della Federal Reserve è stato vittima di uno scherzo. A gennaio 2023 Jerome Powell pensava di parlare con il presidente dell’Ucraina, ma in realtà discuteva con dei comici. Fra gli argomenti discussi c’è stato anche l’andamento dell’economia statunitense.
Il New York Times riporta che il presidente della Federal Reserve avrebbe annunciato almeno due ulteriori rialzi dei tassi di interesse, come effettivamente si è verificato. Inoltre, ha spiegato che gli USA in breve tempo sarebbero rientrati in recessione. Powell in effetti ha ribadito anche pubblicamente l’intenzione di continuare ad alzare i tassi.
Le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve hanno particolare importanza anche per noi europei, dal momento che la BCE ha seguito la politica adottata dagli statunitensi. Christine Lagarde ha annunciato in più occasioni che si continuerà ad alzare i tassi di interesse fino a quando l’inflazione tornerà sotto il 2% annuo.
Questa politica monetaria porta inevitabilmente al deprezzamento delle obbligazioni. Come si è già visto negli USA, questo potrebbe comportare delle crisi di liquidità, che sono state fatali ad esempio con la Silicon Valley Bank. Allo stesso tempo, il rialzo dei tassi della BCE comporta l’aumento del costo dei mutui a tasso variabile.
A fine del 2021 si poteva contrarre un mutuo con un tasso di interesse dell’1,20% circa. Oggi, invece, sia il tasso fisso che quello variabile sfiorano il 4%. L’aumento del costo del denaro farebbe pensare che il numero dei mutui richiesti e concessi sia crollato, ma uno studio di Gabetti ha dimostrato come la realtà sia molto diversa.
Nel documento “Casa vs Tasso. L’inizio e la fine di un nuovo ciclo immobiliare?” si mostra come, nonostante la congiuntura economica difficile, la voglia di casa non sia affatto passata agli italiani. Nel 2022 il numero delle compravendite è cresciuto del 5% rispetto al 2021, con un totale 784,486 transazioni immobiliari.
L’Osservatorio di Mutuionline.it ha confrontato i costi dei mutui degli ultimi 3 anni, confermando che c’è stato un aumento del 40% dei costi. L’alta inflazione del settore energetico ha spinto a cercare delle case che siano più efficienti, mentre la pandemia di Covid ha fatto desiderare spazi più ampi e la presenza di un giardino.
Chi oggi richiede un mutuo si trova paradossalmente a vedersi proposto un tasso variabile sensibilmente più alto del tasso fisso. Conviene dunque scegliere quest’ultima opzione se si valuta che l’inflazione rimarrà sostenuta a lungo, tenendo presente che vi è anche la possibilità di chiedere una surroga.
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