La pubblicazione del Def ha fatto scattare di nuovo l’allarme riguardo la possibilità che ci siano nuove tasse sulla casa: ecco perchè.
Gli interventi sulla casa suggeriti dall’Unione Europea hanno sollevato numerose polemiche. La direttiva sulle cosiddette “case green” si è prefissa di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo significa che tutti i nuovi edifici costruiti a partire dal 2028 dovranno essere a “emissioni zero“. Per le case già esistenti sono previsti alcuni scaglioni.
Entro il 1° gennaio 2030 le abitazioni private dovranno avere almeno la classe energetica E. Nel 2033, invece, la classe energetica richiesta dovrà essere almeno la D. Ad aumentare la confusione è il fatto che le classi energetiche potrebbero essere riviste prima di queste scadenze, e quindi non sono chiare le richieste fatte ai cittadini.
Tasse sulla casa, ecco cosa vuol fare il governo ora
Non piace agli italiani l’obbligo di ristrutturazione ed efficientamento energetico della propria casa, soprattutto perchè in molti potrebbero non avere il capitale necessario. Oltre alle “case green“, c’è un’altro provvedimento che già durante il governo Draghi non è passato in parlamento, travolto dalle polemiche ed il dissenso generale.
Si tratta della richiesta della UE di adeguare i valori catastali al mercato corrente. Non sembrerebbe apparentemente essere una richiesta vessatoria, ma in molti hanno visto un potenziale e spropositato aumento delle tasse che riguardano la casa di proprietà. C’è anche chi non ha esitato a paragonare questa revisione ad una patrimoniale.
Il Def che ha fatto scattare l’allarme: quale riferimento contiene
Se dunque Lega e Forza Italia sono andati vicino a far cadere il governo Draghi nell’opporsi all’adeguamento del catasto, la pubblicazione del Documento di Economia e Finanza 2023 ha fatto tornare di attualità le polemiche riguardo le tasse sulla casa. In particolare, è un paragrafo che ha fatto pensare che si voglia tornare a riformare il catasto.
Questo è il testo: “Adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale, per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema, in particolare mediante una revisione delle aliquote d’imposta marginali effettive, l’allineamento dei valori catastali ai valori di mercato corrente“.
I chiarimenti del Ministero dell’Economia sulla riforma del catasto
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha voluto spegnere le polemiche sul nascere. Il riferimento alla riforma del catasto avrebbe infatti “carattere ricognitorio di interventi già adottati in passato“. Anche il vice-Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, aveva ribadito un mese prima della pubblicazione del Def quali fossero le intenzioni del governo.
A Radio 24, il Ministro Leo ha spiegato: “In moltissimi Paesi, dalla Germania all’Austria e non solo, il catasto si ferma ad anni ben anteriori rispetto al nostro, che è stato aggiornato a fine anni Ottanta. Quindi penso che parlare in questa fase di aggiornamento del catasto mi sembra un fuor d’opera“. Gli italiani possono dormire tranquilli?