Conviene comunicare al più presto il proprio IBAN all’Agenzia delle Entrate. Ecco come procedere a rendere noti i propri dati ed in quali casi ne si può beneficiare.
Il 16 marzo era il termine ultimo in cui i datori di lavoro potevano inviare la Certificazione Unica ai dipendenti ed agli autonomi. Così si apre ufficialmente la stagione fiscale 2023: come successo negli ultimi anni, i termini ultimi per inviare la propria dichiarazione sarà più elastico. Per quanto riguarda il 730, la scadenza è stata fissata al 2 ottobre 2023.
Si può provvedere in diversi modi alla dichiarazione dei redditi con il Modello 730. A partire dal prossimo 30 aprile, l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione un modello pre-compilato, che conterrà già alcuni dati che sono stati tracciati incrociando diverse banche dati. Fra questi, vi sono le proprietà, le spese sanitarie, le spese per l’università, le spese funebri, i premi assicurativi versati, i contributi previdenziali e le ristrutturazioni.
Cosa succede quando non si ha il sostituto d’imposta
Al termine della compilazione del modello 730, il contribuente scoprirà se ha maturato un credito oppure un debito con lo Stato italiano. Se il dichiarante avesse deciso di ricorrere ad un sostituto di imposta, come ad esempio il proprio datore di lavoro, le somme a credito oppure a debito saranno conguagliate sulla busta paga.
Coloro che, ad esempio, non percepiscono un assegno pensionistico oppure un reddito da lavoro dipendente, si troveranno ad aspettare un periodo di tempo più lungo, sia che procedono all’invio della dichiarazione 730 che del Modello Unico persone fisiche. In entrambi i casi, si parla di un’attesa di circa un anno per ricevere l’accredito IRPEF.
Conto corrente, perchè all’Agenzia delle Entrate serve il nostro IBAN
Nel caso il dichiarante non abbia un sostituto d’imposta e la dichiarazione dei redditi si dovesse concludere con un debito, si dovrà provvedere a versare il dovuto tramite il modello F24. Come può invece procedere l’Agenzia delle Entrate a versare il credito? In questo caso sarà necessario aver comunicato il proprio indirizzo IBAN.
L’Agenzia delle Entrate conosce già i conti correnti intestati a ciascuno dei contribuenti dello Stato italiano. Si rende però necessario rendere noto qual è l’IBAN sul quale si è disposti a ricevere gli addebiti o gli accrediti. Esistono tre diverse procedure: ci si può infatti recare in un ufficio, utilizzare la PEC oppure seguire la procedura on-line.
Cosa può succedere senza sostituto d’imposta e senza comunicare l’IBAN
La procedura più semplice per comunicare il proprio IBAN all’Agenzia delle Entrate è quello di fare login con le proprie credenziali su www.agenziaentrate.gov.it. Bisognerà quindi selezionare “servizi per“, quindi “richiedere“. Cliccando sull’opzione “accredito rimborso ed altre somme su conto corrente” si potrà inserire il proprio indirizzo IBAN.
Nel caso in cui non si fosse comunicato nessun IBAN all’Agenzia delle Entrate, con l’eventuale maturazione di un credito verrà inoltrato un assegno non trasferibile presso il proprio domicilio. Ci si dovrà quindi recare in un ufficio postale per poterlo riscuotere: in caso la somma dovesse superare il limite di circolazione del contante, si dovrà comunque fornire il proprio IBAN per procedere all’accredito della somma dovuta.