Perché una ricca azienda di contenitori per cibi ora rischia di fallire

Una delle aziende storiche americane è sull’orlo della crisi: il crac è vicino a causa dei 700 milioni di dollari di debito

Una delle aziende storiche statunitense sta rischiando seriamente il crac per una importante crisi di liquidità. Stiamo parlando di Tupperware, l’azienda di contenitori ermetici per i cibi, che adesso è in una situazione difficilissima ed è alla ricerca di nuovi capitali per rimanere in vita. Il tentativo per salvarsi è già in atto.

Il management ha infatti provveduto subito ad ingaggiare dei consulenti per aiutare a migliorare la struttura di capitale e sgombrare il campo dai dubbi sull’effettiva continuità operativa. A riferirlo è Bloomberg, che specifica che l’azienda ha un debito di addirittura 700 milioni di dollari, e che cerca disperatamente dei potenziali investitori o dei partner finanziari.

Sono in corso anche delle valutazioni in merito alla possibilità di smuovere il patrimonio immobiliare, allo scopo di reperire liquidità fresca. E’ in atto un percorso di rivoluzione dell’attività dell’azienda per sanare la posizione di capitale, come assicura il ceo Miguel Fernandez.

Tupperware, il motivo della crisi e le soluzioni

Fernandez ha precisato che l’azienda sta facendo tutto quello che può per attenuare gli impatti dei recenti spiacevoli eventi. “Stiamo prendendo provvedimenti immediati per cercare finanziamenti aggiuntivi e affrontare la nostra posizione finanziaria”. Per Tupperware non si tratta del primo caso di complicazioni economiche.

L’azienda era infatti stata in grave difficoltà già nel 2020 e già all’epoca si era capito che quel modo di fare business non era più appropriato, perché non era al passo con i nuovi tempi. C’è quindi la chiara necessità di una modernizzazione per un’azienda che è stata fondata 77 anni fa da Earl Tupper. Inizialmente l’idea aveva rivoluzionato il mercato degli articoli per la cucina e i contenitori ermetici erano stati il punto di forza.

Si era puntato su un approccio amichevole tra venditore e cliente e quindi sulla fidelizzazione di questi ultimi. Oggi però, nell’era dell’e-commerce, questo rappresenta un sistema ormai improponibile, tanto che ha portato all’impressionante calo del fatturato. Neanche l’accordo con Target, rete di grande distribuzione aveva risolto i problemi, con le vendite che sono arrivate a diminuire nel 2022 del 20%.