Non ci sono più certezze per il futuro riguardo alle pensioni ed all’INPS? Ecco cosa ha spiegato in una recente intervista il presidente Pasquale Tridico.
A dare l’allarme per primo era stato l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre. Con il comunicato pubblicato in data 30 dicembre 2022, si dava notizia di un triste sorpasso: “Anche se di sole 205 mila unità, il numero delle pensioni erogate agli italiani (pari a 22 milioni e 759 mila assegni) ha superato la platea costituita dai lavoratori autonomi e dai dipendenti“.
Il numero di lavoratori attivi risulta in media essere superiore a quello dei pensionati nel nord e nel centro Italia. Nel sud, invece, il numero di quelli che godono di una pensione supera di 1.244.000 unità il numero dei lavoratori. Questo forse anche a causa della forte immigrazione dalle regioni meridionali del Belpaese per cercare un lavoro.
Il problema della sostenibilità delle pensioni con il crescente invecchiamento della popolazione è un argomento sempre più attuale. Ad aprile l’ISTAT ha pubblicato i dati riguardanti la natalità nel 2022: ogni 1.000 abitanti si registrerebbero in media 12 morti e sole 7 nascite. Come ha commentato anche Elon Musk, questi sono numeri da estinzione.
Ci si chiede dunque come sia possibile che l’INPS continui ad essere sostenibile nel tempo. Nonostante si sia ormai adottato a partire dal 1° gennaio 1996 il sistema pensionistico contributivo, gli assegni pensionistici sono di fatto pagati dai lavoratori attivi. Il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, è intervenuto a proposito in un’intervista a radio RTL 102.5.
Ecco un estratto:
Tridico propone di ribaltare l’ottica con cui si affronta spesso il tema della sostenibilità dell’INPS e quindi del sistema pensionistico. Per rendere sostenibili le pensioni occorre preoccuparsi attivamente dell’occupazione dei lavoratori, soprattutto di coloro che hanno gravi carenze nella formazione e diventano difficilmente occupabili.
Diventa quindi necessario preoccuparsi che ci siano abbastanza lavoratori che siano in grado di continuare a mantenere l’INPS e tutto il sistema pensionistico italiano: “Prevedo che fra circa dieci anni per le prospettive demografiche il rapporto fra lavoratori e pensionati si abbasserà ad 1.3. Dobbiamo far di tutto per arrivare ad almeno 1.5“.
Il presidente dell’INPS ha affrontato il tema della sostenibilità del sistema pensionistico italiano anche in un libro scritto a quattro mani con Enrico Marro: “Il lavoro di oggi la pensione di domani – Perchè il futuro del paese passa dall’INPS“. Nel volume edito da Solferino si analizzano i diversi provvedimenti varati negli ultimi anni.
Si analizza inoltre la demografia italiana, ponendo l’accento su quanto sia delicato questo momento storico in cui i figli del cosiddetto “boom economico” stanno andando in pensione. Coloro che entrano nel mercato del lavoro sono in numero di gran lunga inferiore e potranno avere una pensione dignitosa solamente con un lavoro stabile e continuativo.
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