C’è un importantissimo aggiornamento da parte dell’INPS riguardo il pignoramento delle pensioni. Ecco cosa c’è da sapere.
Dopo l’intervento del Decreto Aiuti Bis a riguardo del pignoramento delle pensioni, l’INPS ha voluto fare chiarezza con la circolare numero 38 del 3 aprile 2023. Come è noto, è possibile che i creditori chiedano il pignoramento dello stipendio, detto anche pignoramento presso terzi e disciplinato dall’articolo 543 del Codice di procedura civile.
Si è però stabilito un limite al pignoramento dello stipendio, di modo da garantire al debitore di poter continuare a soddisfare le sue necessità di base, dette anche “minimo vitale“. Il limite pignorabile da uno stipendio varia a seconda che l’importo venga prelevato dalla busta paga oppure dal conto corrente, ovvero dopo l’accredito dello stipendio.
Pignoramento delle pensioni, ecco costa sta accadendo
Il massimo pignorabile dal cedolino del lavoratore ammonta ad un quinto della retribuzione. Nel caso in cui il creditore sia l’Agenzia delle Entrate gli importi variano. Si può infatti pignorare un decimo dello stipendio se la retribuzione non supera i 2.500 euro, un settimo se la paga è inferiore a 5.000 euro ed un quinto se si guadagna oltre 5.000 euro.
Dal conto corrente del lavoratore, invece, può essere pignorata solamente la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale, il cui importo viene aggiornato ogni anno. Nel 2023, ad esempio, l’importo dell’assegno sociale confermato dall’INPS è di euro 503,27. A partire dal 2022, inoltre, il creditore è obbligato alla notifica ed al deposito del fascicolo.
Cosa può succedere alla pensione del 2023 con il pignoramento
Anche le pensioni possono essere soggette al pignoramento, con alcune limitazioni, così come previsto anche per i lavoratori. Poco dopo la conferma dell’importo dell’assegno sociale per l’anno 2023, quindi, l’INPS è intervenuto a fare chiarezza sugli importi pignorabili tramite la circolare numero 38 del 3 aprile 2023.
Nel 2022 l’importo pignorabile delle pensioni era salito da 702 euro a 1.000 euro, ovvero il doppio dell’importo mensile dell’assegno sociale. Anche per quest’anno si provvederà allo stesso calcolo, ma bisognerà tenere presente che si è rivalutato l’assegno sociale tenendo conto dell’inflazione. Inoltre, si è prevista anche un ulteriore apprezzamento dell’1,5%.
Quali importi potranno essere pignorati dalle pensioni? I calcoli da fare
L’importo per il quale le pensioni potranno essere soggette al pignoramento nel 2023 è la parte eccedente i 1.006,54 euro, ovvero il doppio di 503,27 euro. A tal proposito, l’INPS ha anche comunicato che è in corso il ricalcolo degli importi non dovuti e pignorati dal 1° gennaio 2023, che saranno dunque prontamente restituiti ai debitori.
Sono completamente escluse dalle procedure di pignoramento le pensioni sociali, l’assegno di accompagnamento e le pensioni di invalidità. Tenendo presente che oltre la metà dei pensionati percepisce un importo mensile ben al di sotto dei 1.000 euro, ne consegue che la maggioranza delle pensioni non sono pignorabili.