Ci sono cattive notizie per gli stranieri che hanno intenzione di fare richiesta dell’assegno sociale. Ecco il contenuto dell’ultima circolare iNPS.
Nel 2023 le pensioni hanno avuto un adeguamento al costo della vita. L’incremento previsto dal Ministero Economia è Finanze è fino al 7,3%, a fronte di un’inflazione annuale dell’8,1% nel 2022, così come confermato dall’ISTAT. Le pensioni sono state suddivise in 6 fasce, e quella più bassa ha potuto godere del massimo della rivalutazione prevista.
L’importo dell’assegno sociale e della pensione minima, dunque, sono saliti da 469,03 euro mensili nel 2022 a 503,27 euro nel 2023. Gli aumenti verranno corrisposti a partire da aprile 2023, e l’INPS provvederà anche a calcolare ed erogare gli arretrati a partire dal mese di gennaio. Ad inizio aprile sono inoltre arrivati diversi chiarimenti da parte dell’INPS.
Quali sono i requisiti per ottenere l’assegno sociale
A differenza della pensione minima, può godere dell’assegno sociale anche chi non ha mai lavorato in Italia, e quindi non ha versato neanche un contributo. L’INPS ha confermato quali sono i requisiti per richiedere l’assegno sociale: età anagrafica inferiore a 67 anni, cittadinanza italiana, svizzera, della Repubblica di San Marino oppure della UE.
I titolari dello status di rifugiato, di protezione sussidiaria oppure gli stranieri residenti in Italia da un lungo periodo sono di fatto equiparati ai cittadini italiani. A loro è richiesta la residenza continuativa e dimostrabile in Italia negli ultimi dieci anni, che deve essere ancora attuale al momento di presentazione della domanda per l’assegno sociale.
I chiarimenti dell’INPS riguardo i requisiti per gli stranieri
La circolare INPS numero 1268 del 3 aprile 2023 porta forse cattive notizie per gli stranieri che hanno intenzione di richiedere l’assegno sociale. All’interno del messaggio si fa chiarezza su quali siano davvero i requisiti richiesti in particolare agli extra-comunitari che hanno un permesso di soggiorno di lungo periodo in Italia.
Se da un lato il permesso di soggiorno UE quinquennale si ottiene dimostrando l’effettiva residenza sul territorio italiano, il direttore INPS Vincenzo Caridi puntualizza che essere equiparati a cittadini italiani è una concessione amministrativa. Il riconoscimento del soggiorno continuativo, invece, afferisce al Codice Civile.
L’INPS potrà verificare l’idoneità con l’anagrafe comunale e la questura
Gli stranieri dovranno dunque essere eventualmente in grado di dimostrare di essere rimasti per almeno 6 mesi all’anno in Italia negli ultimi 10 anni. Inoltre, il tempo trascorso all’estero non deve essere superiore ai 10 mesi in tutto l’arco di tempo preso in considerazione, ovvero i 10 anni. Si tratta questo di un requisito molto stringente.
L’INPS ha spiegato che provvederà anche autonomamente a verificare l’effettiva residenza degli stranieri in Italia ed il rispetto dei requisiti richiesti per accedere all’assegno sociale. A tal proposito, si potrebbe dunque far ricorso ad ulteriori verifiche anche all’utilizzo della banca dati dell’anagrafe comunale e degli uffici delle questure.