Debiti con il Fisco e pignoramenti, cosa vuole fare il Governo

Con la riforma fiscale a cui sta lavorando il Governo di potrebbero esserci importanti novità anche riguardo ai pignoramenti.

Essere soggetti al pignoramento del proprio conto corrente o dei propri beni a causa di un debito con il Fisco, è l’incubo di tutti. Con il Governo Meloni potrebbero esserci cambiamenti sostanziali anche per quanto riguarda i pignoramenti. Vediamo insieme cosa potrebbe accadere a breve.

Riforma fiscale e pignoramenti
Come cambieranno i pignoramenti con la riforma fiscale del Governo Meloni – (Credits: Giorgia Meloni Facebook)- Missionerisparmio.it

La riforma fiscale a cui sta lavorando il Governo di Giorgia Meloni toccherà tutte le principali imposte del nostro sistema fiscale: Irpef, Ires, IRAP e IVA. I primi due step fondamentali – secondo i piani dell’Esecutivo- dovrebbero essere l’abbassamento delle aliquote Irpef e l’azzeramento dell’Iva su alcuni prodotti.

Nello specifico le aliquote Irpef passeranno da quattro a tre e verranno riviste le percentuali per ogni scaglione di reddito in modo che tutti abbiano dei vantaggi. Per quanto riguarda, invece, l’IVA, si sta valutando di azzerarla su determinati beni di prima necessità.

Ma la squadra di Governo non si fermerà a questo e ha deciso di intervenire su un’altra questione importantissima: i pignoramenti.  Il testo  sarà discusso tra qualche giorno dal Consiglio dei Ministri e presto potrebbero esserci delle novità anche su questo fronte.

Ecco cosa cambierà sui pignoramenti

Il testo della riforma fiscale del Governo Meloni prevede di mettere mano in campi che da anni non sono stati più rivisti se non con piccoli ritocchi. Sarà, insomma, una riforma rivoluzionaria.

Cambiamenti sui pignoramenti
Cosa cambierà riguardo ai pignoramenti/ Missionerisparmio.it

Nello specifico è intenzione dell’Esecutivo ridurre i tempi di riscossione dei debiti attuando una maggiore stretta  sui pagamenti. E che cosa accadrà, invece, ai pignoramenti? Per il momento, nel testo della riforma, non sono state apportate modifiche riguardanti i pignoramenti.

Tuttavia la materia dovrà pur essere toccata in qualche misura visto che obiettivo dichiarato del premier è quello di semplificare il rapporto tra cittadino e Fisco. Non solo: Giorgia Meloni e il suo team hanno più volte ribadito la necessità che il cittadino non veda più il Fisco come un nemico.

Pertanto, se non ora, ma a breve anche il sistema dei pignoramenti e le sue regole dovranno essere rivisti. Se il Governo vuole che i tempi di riscossione dei debiti si accorcino, del resto, i pignoramenti subiranno modifiche ma, quasi certamente, non a vantaggio dei debitori. In pratica se una persona ha un debito con il Fisco, il pignoramento potrebbe arrivare prima rispetto alle attuali tempistiche. Questo sicuramente non migliorerebbe, però, il rapporto tra contribuenti e Fisco.

Per quanto riguarda i pignoramenti dello stipendio e della pensione che vengono versati sul conto corrente, nessuna novità.  Infatti il pignoramento dello stipendio e della pensione non è mai totale: sul conto corrente del debitore deve sempre essere lasciata una certa somma che varia di anno in anno in base all’ammontare dell’assegno sociale.  Per il 2023 l’importo dell’assegno sociale è pari a 503,27 euro mensili per 13 mensilità.

Nel dettaglio sul conto corrente deve restare sempre il doppio dell’ammontare dell’assegno sociale: dunque per il 2023  l’importo  di stipendi e pensioni che non può  essere pignorato è di 1.006,54 euro. Per la parte eccedente tale importo, stipendio e pensione sono pignorabili al massimo per un quinto. Infine: in caso di debiti con il Fisco, la prima casa non può essere soggetta a pignoramento. Se il creditore, invece, non è il Fisco anche la prima casa può essere pignorata.

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