Ci sono situazioni in cui si rischia il pignoramento del conto corrente. Vediamo cosa si può fare nel caso ci capitasse.
Il pignoramento del conto corrente è uno dei peggiori incubi di ogni persona. Di punto in bianco non si può più disporre del proprio denaro. Vediamo insieme chi rischia il pignoramento del conto e che cosa si può fare per tutelarsi.
Il pignoramento del conto corrente viene messo in atto quando una persona non salda i propri debiti. Può essere richiesto dal creditore stesso che, in questo modo, riesce a recuperare quanto gli spetta in modo coattivo.
Il pignoramento, però, non può essere eseguito dal creditore. Infatti deve essere autorizzato esclusivamente da un titolo esecutivo. Quest’ultimo può essere legato alla seguente documentazione:
- Una sentenza.
- Un atto giudiziario.
- Un decreto ingiuntivo
In alcune situazioni l’Agenzia delle Entrate può intervenire direttamente senza delegare la procedura al Tribunale. Inoltre affinché si possa procedere al pignoramento del conto corrente, l’atto di pignoramento deve essere notificato anche alla Banca.
Limiti del pignoramento del conto
Il pignoramento del conto corrente è soggetto a dei limiti imposti dalla legge e che non possono mai essere violati. Se vengono violati a quel punto, il pignoramento può anche essere annullato.
- In caso di un conto corrente cointestato – marito e moglie o genitore e figlio, ad esempio- il conto può essere pignorato, ma soltanto relativamente al 50% che appartiene al debitore. L’altro intestatario del conto potrà continuare, dunque, a disporre del denaro depositato.
- In caso di conto corrente ” in rosso“, cioè senza soldi depositati o, addirittura, in saldo negativo, il pignoramento viene eseguito sulle entrate successive rispetto alla data del titolo esecutivo. Quindi se lo stipendio vi viene accreditato sul conto, esso sarà soggetto a pignoramento.
- Se la somma presente sul conto corrente è inferiore o uguale all’importo da pignorare, il conto viene bloccato dalla Banca fino all’udienza di assegnazione.
- Se, invece, la somma presente sul conto è superiore all’importo da pignorare, il debitore potrà comunque disporre della parte eccedente. In pratica se sul conto ci sono 500mila euro e l’importo da pignorare è 400mila, il debitore potrà continuare a disporre di 100mila.
Ci sono poi soldi derivanti da alcune entrate che, per legge, non possono mai essere pignorati. Nello specifico si tratta di:
- assegni di accompagnamento per disabili.
- rendite di un’assicurazione sulla vita.
- pensioni di invalidità.
Oltre a questo, la legge prevede dei limiti ben precisi per il pignoramento del conto in relazione allo stipendio o alla pensione. In pratica sul conto corrente del soggetto debitore deve sempre rimanere una cifra pari a:
- Il 150% dell’assegno sociale per le pensioni.
- Il triplo dell’assegno sociale per gli stipendi.
C’è un modo per tutelarsi dal pignoramento del conto? Se si ha un debito che non viene saldato, difficilmente lo si può evitare. Ma se il pignoramento non rispetta i limiti sopraindicati, il debitore deve presentare al Tribunale un’opposizione all’esecuzione. In caso di pignoramento già concluso, invece, è possibile agire direttamente contro la banca per ottenere un risarcimento.