La riforma fiscale del Governo Meloni sarà una vera e propria svolta. Cambieranno gli importi delle tasse che dovremo pagare.
La riforma fiscale è arrivata in Consiglio dei ministri. Se verrà approvata i cambiamenti per noi contribuenti saranno tanti. A cambiare sarà soprattutto l’ammontare delle tasse che dovremo pagare. Vediamo insieme cosa cambierà con la riforma del Governo Meloni.
Obiettivo del nuovo Esecutivo guidato da Giorgia Meloni è semplificare il rapporto tra cittadino e fisco e, al tempo stesso, combattere in modo efficace l’evasione. Il contribuente- nell’ottica del premier e della sua squadra di Governo- non deve più vedere il fisco come un aguzzino.
La riforma a cui il Governo ha lavorato a lungo ha messo mano alle principali imposte che i cittadini sono tenuti a pagare in Italia: Irpef, Ires, Irap e IVA. Non si tratta di qualche piccolo ritocco ma di modifiche sostanziali e incisive che avranno un grande impatto sulle tasche di noi contribuenti.
Come abbiamo detto la riforma fiscale del Governo Meloni coinvolgerà tutte le principali tasse che attualmente siamo tenuti a pagare. Analizziamo cosa cambierà per ciascuna imposta.
Il cambiamento più grande riguarderà l’Irpef. Le aliquote Irpef passeranno da quattro a tre e verrà introdotta una flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti. Particolare rilievo assume anche la questione delle spese riconosciute valide per le detrazioni fiscali. Oggi le detrazioni sono circa 600 e costano alle casse dello Stato non meno di 165 miliardi di euro ogni anno. Con la riforma fiscale del Governo Meloni dalle detrazioni verranno escluse le spese sanitarie, gli interessi passivi sui mutui per la prima casa, i contributi di colf e badanti e le spese per l’istruzione.
Al posto del computo aritmetico verrà introdotta una sorta di detrazione forfettaria che sarà calibrata in base al reddito. I redditi più bassi potranno, ovviamente, detrarre di più rispetto a chi gode di un reddito più alto. Si parla, infatti, di detrazioni al 4% per gli scaglioni più bassi, del 3% per quelli intermedi, del 2% per gli scaglioni più alti. I redditi sopra i 100mila euro, probabilmente, non potranno detrarre più nulla.
Dopo l’Irpef sarà la volta di Irap e IVA. Per quanto riguarda la prima imposta – Imposta Regionale sulla Produttività- il Governo ha deciso che le società di persone, le società tra professionisti e gli studi associati non saranno più soggetti al pagamento dell’Irap ma pagheranno una sovraimposta calcolata sull’imponibile Ires.
L’IVA, invece, potrebbe essere azzerata su alcuni prodotti e passare dal 10 al 5% su altri. Verrà inoltre semplificata la procedura per i rimborsi che lo Stato deve a cittadini e imprese.
L’ultima imposta coinvolta nella riforma fiscale è l’Ires. Nel progetto dell’Esecutivo, le imposte sul reddito delle imprese devono diventare strumento per attirare capitali esteri e non per indurre alla delocalizzazione. L’obiettivo del Governo è abbassare l’Ires dall’attuale 24% al 15% per le imprese che assumono a tempo indeterminato o che investono. In pratica più si assume e meno tasse si pagano.
Infine il Governo ha deciso di rivedere anche i sistemi di lotta all’evasione fiscale. L’erario e le autorità di verifica potranno avvalersi degli strumenti di analisi offerti dalle Intelligenze artificiali. Verranno, infatti, utilizzati algoritmi in grado di scoprire anomalie o comportamenti divergenti rispetto a quelli dichiarati dal contribuente durante la dichiarazione dei redditi.
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