Basta sprechi a tavola con la riforma delle etichette voluta dalla Commissione europea. Da ora in avanti cambia la scadenza dei cibi.
Ogni anno chili e chili di cibo ancora buono vengono gettati via. Gran parte dello spreco è dovuto al fatto che compriamo più del necessario e poi lo lasciamo scadere in dispensa o in frigorifero. Per mettere mano a questa situazione la Commissione europea ha deciso di intervenire modificando le etichette degli alimenti.
Il mondo si divide in due gruppi: chi butta via il cibo addirittura il giorno prima della scadenza temendo possa essere dannoso per la salute; chi consuma un alimento anche una settimana dopo la scadenza. Ma chi ha ragione?
La risposta è: dipende. Dipende dal tipo di alimento. E per fare chiarezza sulla questione è intervenuta la Commissione europea la quale ha proposto di introdurre sulle etichette – accanto alla dicitura ” da consumarsi preferibilmente entro…” – anche la scritta “Spesso buono oltre“.
L’obiettivo è chiaro: ridurre gli sprechi alimentari. Informando le persone del fatto che alcuni cibi non sono dannosi se consumati qualche giorno dopo la scadenza, si spera di ridurre la quantità di cibo che finisce nella spazzatura. C’è una grande differenza tra “consumare entro” e “consumare preferibilmente entro“: nel primo caso è una data tassativa in virtù del tipo di cibo che si deteriora; nel secondo caso è solo una data indicativa.
Le nuove etichette saranno, quindi, formulate in modo da fare corretta informazione e, al tempo stesso, ridurre lo spreco di alimenti evitando che cibo ancora buono venga gettato nei bidoni dell’immondizia. In Italia, ad oggi, ogni anno ogni persona butta via in media 27 chili di cibo: non si può andare avanti così.
Ridurre gli sprechi è importante, ma preservare la nostra salute lo è ancora di più. Non tutti i cibi, infatti, possono essere consumati oltre la data di scadenza indicata. Alcuni alimenti possono davvero fare male una volta scaduti.
Gli alimenti per i quali è indispensabile rispettare la data di scadenza sono le uova, il latte fresco e i formaggi, la carne e il pesce, la pasta fresca fatta con uova, la verdura, la frutta e i succhi di frutta. Questi alimenti, se scaduti, possono sviluppare batteri e parassiti molto pericolosi per la salute.
Ci sono, di contro, molti cibi che si possono mangiare anche dopo la scadenza. Pasta, riso, cereali, legumi in scatola, biscotti, fette biscottate, crackers: questi cibi possono essere consumati anche dopo la data di scadenza indicata senza alcun pericolo per la salute. Per quanto riguarda il periodo orientativo in cui questi cibi possono essere mangiati, si tratta di 7 giorni oltre la data indicata in etichetta ma, in alcuni casi, un alimento è buono anche dopo un mese.
Dolci confezionati, confetture e conserve, farine e cereali, pasta secca, riso, cous-cous, snack secchi dolci e salati possono essere consumati anche dopo 2 mesi dalla scadenza mentre il latte Uht – in confezione chiusa – spezie ed erbe aromatiche, salse come maionese, ketchup, senape possono essere ancora commestibili dopo 6 mesi dalla scadenza. Tuttavia usiamo sempre il buon senso e, prima di mangiare un alimento, verifichiamo odore, consistenza e sapore.
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