Il Reddito di Cittadinanza rimarrà in vigore fino a luglio 2023: subito dopo, dovrebbe entrare in vigore la MIA. Ecco di cosa si tratta e quali sono i requisiti.
Il governo Meloni aveva subito annunciato la sua intenzione di archiviare definitivamente il Reddito di Cittadinanza. Nonostante le forti proteste, si è proceduti spediti verso la messa a punto di un nuovo sussidio. I maggiori dubbi dell’esecutivo riguardavano soprattutto l’erogazione di sussidi nei confronti delle persone che sarebbero abili al lavoro.
Allo stesso tempo, i dati pubblicati dall’INPS a dicembre 2022 hanno confermato che molte persone, anche se non aventi diritto, hanno provato a richiedere il Reddito di Cittadinanza. I controlli dell’Ente hanno infatti bloccato oltre 3 milioni di richieste. Le truffe accertate, invece, riguarderebbero poco più dell’1% dei totali degli aventi diritto.
Durante l’ultimo aggiornamento al Senato sul Reddito di Cittadinanza del ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è confermato che 46.250 domande hanno visto il respingimento. Inoltre, 14.769 pratiche sono state messe in decadenza, mentre si sono revocate 7.986 prestazioni. Ecco l’annuncio fatto su Twitter il 17 febbraio:
#RedditodiCittadinanza, il Ministro #MarinaCalderone illustra al Senato i numeri dei #controlli su domande, prestazioni e pratiche nel mese di gennaio 2023.
Guarda il video: https://t.co/l9U9Gd3hJY pic.twitter.com/71PnnArRpr
— Ministero Lavoro (@MinLavoro) February 17, 2023
Addio Reddito di Cittadinanza, arriva MIA: cos’è
Il ministro Calderone avrebbe ormai ultimato il decreto legge per l’introduzione di MIA, acronimo di Misura di Inclusione Attiva. La MIA dovrebbe andare a sostituire il Reddito di Cittadinanza. Anche se la data di introduzione non è certa, si pensa che entrerà in vigore a partire da agosto 2023, quando scadranno gli ultimi 7 mesi di erogazione del RdC.
Le indiscrezioni confermerebbero la volontà di introdurre dei requisiti che siano più stringenti. Sarebbe confermata la volontà di dividere i percettori in due macro categorie: le “famiglie povere” e le “famiglie con occupabili“. La prima categoria sarebbe formata da persone non impiegabili al lavoro, fra cui almeno un sessantenne o disabile.
Cosa succederà agli occupabili con l’introduzione della MIA?
Sembrerebbe che il Ministro del Lavoro voglia proporre di identificare come “famiglie con occupabili” tutti i nuclei in cui sia presente, oltre ad un over 60 ed un disabile, almeno un componente con un’età compresa fra i 18 ed i 60 anni. Sarebbe proprio questa categoria di persone che vedrebbe ridurre notevolmente l’importo mensile del sussidio.
Secondo le indiscrezioni, MIA dovrebbe avere un importo mensile di 500 euro per le “famiglie povere”. Le “famiglie con occupabili”, invece, dovrebbero percepire circa 375 euro mensili. Si tratta di un drastico taglio nell’importo precedentemente erogato del 25%. Secondo le intenzioni del governo Meloni, dovrebbe indurre gli occupabili a trovare lavoro.
I requisiti ISEE per accedere al nuovo sussidio e la durata prevista
Rispetto a quanto accadrà fino a luglio 2023 con il Reddito di Cittadinanza, anche la durata dell’erogazione di MIA sarà modulata diversamente. Dopo la prima richiesta, le “famiglie povere” beneficeranno di 18 rate mensili del sussidio. Dalla seconda richiesta, però, le mensilità erogate saranno solamente 12.
Le “famiglie con occupabili”, invece, potranno ricevere inizialmente la MIA per un anno. Sarà possibile un rinnovo di 6 mesi: la terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Per la richiesta di accedere alla MIA sarà necessario avere anche un ISEE pari o inferiore a 7.200 euro. Anche in questo caso, si tratta di un ulteriore restringimento dei requisiti rispetto ai 9.200 euro del Reddito di Cittadinanza.