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Economia

MIA, ecco il sussidio che sostituirà in Reddito: chi potrà averlo davvero

Published by
Samanta Airoldi

Come assicurato in campagna elettorale, Giorgia Meloni ha abolito il Reddito di cittadinanza. Al suo posto subentrerà la MIA.

Il premier Giorgia Meloni ha mantenuto la promessa fatta ai suoi elettori in campagna elettorale e ha cancellato il Reddito di cittadinanza. Il sussidio a firma Cinque Stelle verrà sostituito da un nuovo aiuto, la MIA. Vediamo di cosa si tratta e come funzionerà.

Il premier Giorgia Meloni ha abolito il Reddito di cittadinanza- (Credits: Giorgia Meloni Facebook)- Missionerisparmio.it

Minacce di morte indirizzate a lei e alla figlia Ginevra – una bimba di 6 anni – non hanno fermato il premier Giorgia Meloni dal suo proposito di abolire il Reddito di cittadinanza. Infatti, nel 2023, la misura nata durante il primo Governo di Giuseppe Conte su spinta del Movimento Cinque Stelle, vedrà la sua fine.

Tuttavia il Governo Meloni, per aiutare le fasce della popolazione più esposte al rischio della povertà, metterà in campo un altro sussidio, la MIA: Misura di Inclusione Attiva. La MIA si discosterà dal vecchio Reddito sotto diversi aspetti.

Ecco a chi spetterà la MIA

La MIA non sarà una copia del Reddito di cittadinanza sotto falso nome. I requisiti per ottenerla cambieranno e, pertanto, cambierà anche la platea dei possibili percettori. Vediamo a chi spetterà la Misura di Inclusione Attiva.

Cambiano i requisiti per avere diritto al sussidio/ Missionerisparmio.it

Potranno richiedere la MIA sia i cittadini italiani sia i cittadini stranieri. Questi ultimi dovranno essere residenti in Italia da almeno 5 anni – non più 10 come per il Reddito di cittadinanza- di cui gli ultimi 2 in modo continuativo e al momento in cui verrà richiesto il sussidio dovranno necessariamente risultare residenti in Italia.

Una differenza importante tra Reddito di cittadinanza e MIA è il limite Isee che è stato abbassato dai 9.360 euro attuali si passerà a 7.200 euro. Tale limite sarà uguale per tutti, indipendentemente dal numero dei componenti del nucleo familiare.

Anche la MIA, come il Rdc, sarà calcolata in base al reddito percepito dalla famiglia. Per avere diritto al sussidio il reddito annuo non dovrà superare 8.400 euro mentre il tetto massimo per ottenere il Reddito di cittadinanza era 10.800 euro. Di conseguenza la platea dei percettori si ridurrà sensibilmente.

Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, non potrà superare i 30.000 euro. Lo stesso limite previsto per il Reddito ma con una differenza fondamentale: la casa in cui il percettore ha residenza sarà esclusa dal calcolo solo se il valore Imu è inferiore a 150.000 euro.

Già queste tre misure – abbassamenti tetto Isee, abbassamento soglia massima di reddito ed esclusione di chi possiede case di grande valore- lascia intuire come obiettivo del Governo sia aiutare chi davvero ha bisogno e cercare di arginare il fenomeno dei furbetti.

Altri requisiti necessari per avere diritto alla MIA

Ma i requisiti per ottenere la MIA non sono ancora finiti. Per il patrimonio mobiliare la soglia da non superare è  6.000 euro, ma ci sono delle maggiorazioni: tale limite  verrà aumentato di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro in più.  Inoltre verranno aggiunti 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo. Infine, si aggiungeranno altri 5.000 euro per ogni componente disabile, 7.500 euro nel caso si tratti di disabilità grave o non autosufficienza.

Così come per il Reddito di cittadinanza, anche per la MIA  nessun componente del nucleo familiare dovrà essere intestatario di:

  • autoveicoli di cilindrata superiora a 1.600 cc immatricolati nei 24 o 36 mesi  antecedenti alla richiesta del beneficio;
  • motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, anch’essi immatricolati nei 24 o 36 mesi antecedenti alla richiesta;
  • imbarcazioni di diporto.

La MIA sarà preclusa a tutti coloro che negli ultimi 10 anni sono stati sottoposti a misure cautelari, misure preventive o che sono stati condannati. Niente sussidio nemmeno per chi negli ultimi 12 mesi si è licenziato dal lavoro a meno che non si sia trattato di un licenziamento per giusta causa.

 

 

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