Il Governo di Giorgia Meloni sta lavorando ad una riforma fiscale di ampio respiro che non riguarda solo le aliquote Irpef.
La strada scelta dal nuovo Esecutivo di Centrodestra è quella della semplificazione. La riforma Meloni non coinvolgerà solo le aliquote Irpef ma avrà un impatto anche su IRES, IVA e IRAP.
Meno bonus e meno aliquote. Il primo passo del Governo Meloni sarà questo. La riforma fiscale a cui l’Esecutivo sta lavorando prevede, in prima battuta, l’abbassamento delle aliquote Irpef da quattro a tre. Ma non si esclude che, in futuro, possano arrivare a due e poi ad una portando a compimento il progetto leghista della Flat tax. Nel mirino del Governo, comunque, non c’è solo l’IRPEF. La riforma fiscale coinvolgerà anche le altre principali imposte: IRES, IVA e IRAP.
Con l’abbassamento delle aliquote Irpef da quattro a tre, a trarne beneficio saranno, soprattutto, i lavoratori dipendenti con un reddito annuo compreso tra 28.000 e 50.000 euro. Dove troveranno i soldi per questo primo passo? Intanto dando una bella sforbiciata ai bonus messi in campo dai predecessori. Il solo Superbonus 110% fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle, in due anni, è costato allo Stato non meno di 120 miliardi di euro. E poi – hanno precisato dal dicastero dell’Economia- mettendo mano alle 600 “tax expenditures”, cioè alle detrazioni fiscali. Da qui si potrebbero tirare fuori almeno 156 miliardi all’anno di gettito. L’idea sarebbe di fissare al 4% dei redditi dichiarati il monte-massimo delle detrazioni consentite. Percentuale che scenderebbe per i redditi più alti fino ad azzerarsi per quelli sopra una certa soglia.
Meno detrazioni ma aliquote più basse dunque. Questo pare essere il filo conduttore della riforma fiscale firmata da Giorgia Meloni e dalla sua squadra. Riforma che impatterà in misura importante sugli stipendi e, in generale, sulle tasche dei cittadini.
E, come anticipato, la riforma non riguarderà solo l’ Irpef. Il Governo Meloni ha in progetto di estendere la stessa strategia applicata all’Irpef anche all’ IRES, una imposta che riguarda le persone giuridiche, cioè essenzialmente le società di capitali. Qui il motto vincente sarà: più assunzioni e meno tasse. In questo caso l’obiettivo del Governo sarà il taglio dell’aliquota dal 24% fino a un minimo del 15% sulla base degli investimenti realizzati dalle società in termini di beni strumentali e assunzioni. Si prevedono agevolazioni per quelle imprese che assumono donne con più di 50 anni e percettori del Reddito di cittadinanza. Un modo, insomma, per agevolare le imprese e rimettere in moto il mercato del lavoro.
Sempre per le imprese arriverebbe la novità della cancellazione dell’IRAP che verrebbe sostituita da una sorta di addizionale IRES. Non è chiaro se questa modifica sarà immediata oppure se avverrà con il tempo. Per quanto riguarda, infine, l’IVA – il cui gettito nel 2022 ha superato i 170 miliardi – il Governo punterà alla razionalizzazione. Strada sicuramente non facile visto che i provvedimenti presi negli anni dai diversi Esecutivi hanno solo raggiunto l’obiettivo di aumentare la confusione sull’Imposta di valore aggiunto. Capita che alcuni cibi siano tassati come se non fossero beni di prima necessità ma oggetti di secondaria importanza.
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