Doccia fredda in arrivo per le famiglie che percepiscono l’assegno unico. L’INPS ha infatti commesso un errore nelle maggiorazioni.
Allarme assegno unico 2023. L’Inps ha infatti comunicato di aver sbagliato l’erogazione degli importi nei confronti di alcuni nuclei familiari che non avevano diritto alla maggiorazione di 30 euro. Di seguito vi spieghiamo nel dettaglio chi dovrà purtroppo restituire la somma indebita a breve.
L’assegno unico viene erogato a partire dal 7° mese di gravidanza e fino alla maggiore età. Se però il figlio appartiene ad un nucleo familiare con un reddito inferiore di 8.000 euro all’anno, l’assegno unico viene esteso fino ai 21 anni di età. Stessa cosa vale per i figli che frequentano corsi di formazione scolastica, professionale o di laurea, risulta disoccupato o in cerca di lavoro oppure svolge servizio civile. Vediamo adesso quali sono le famiglie che dovranno restituire le 210 euro a figlio perchè non avevano diritto alla maggiorazione.
Assegno Unico, chi deve restituire i soldi indietro all’Inps
A partire dal 1 gennaio del 2023 è previsto un aumento del 50% dell’erogazione per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli con età compresa tra 1 e 3 anni fino al limite ISEE di 40.000 euro. Come è noto il valore dell’importo dell’assegno unico varia dunque al valore dell’ISEE. Chi ha un reddito di 15.000 euro prende 175 euro mensili. Tale cifra scende a 50 euro per chi ha soglia reddito 40.000 euro. A fare la differenza sono però le maggiorazioni previste. L’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, riconosce la maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili per chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro ma solo nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”. La maggiorazione tende a ridursi progressivamente all’aumentare dell’ISEE fino ad azzerarsi con Isee di 40.000 euro.
L’INPS perciò ha deciso di riconoscere la maggiorazione esclusivamente ai nuclei familiari dove sono presenti entrambi i genitori. Le famiglie monogenitoriali rischiano concretamente di dover restituire la somma. I nuclei con un solo genitore perciò potrebbero essere chiamati a restituire la maggiorazione di 30 euro percepita per 7 mensilità. Si tratta dunque di una cifra che potrebbe arrivare a 210 euro.
Quando scattano aumenti assegno unico
Gli aumenti per l’assegno unico partiranno da questo mese di febbraio 2023. Una volta richiesta la misura, si può controllare lo stato della domanda tramite il proprio fascicolo previdenziale nella sezione “ Prestazioni ” e Assegno Unico Universale sul sito INPS. Va ricordato che per il 2023 non ci sarà bisogno di presentare una nuova domanda, a meno che non siano intervenute modifiche sul numero di figli, raggiungimento dell’età limite.
Si può anche decidere di rinunciare a ricevere l’assegno unico anche se in precedenza si è avuto. Se ci si accorge di aver commesso un errore nella compilazione della domanda, è possibile cliccare su “Rinuncia”, facendo attenzione a scegliere come motivazione “errore di compilazione” e non “rinuncia alla prestazione”. In questo modo è possibile poi inserire una nuova domanda corretta.