Ci sono alcuni prodotti che faresti meglio a non comprare in questi giorni: ecco quali sono i rischi alimentari e perchè è sempre meglio leggere l’etichetta.
Un’indagine della Coldiretti riguardo le abitudini di consumo aveva dato un risultato inaspettato. Solo 32 su 100 italiani preferiscono buttare i cibi scaduti. 11 su 100 valutano di volta in volta cosa fare. La pasta sembrerebbe essere l’alimento su cui ci sia maggiore elasticità: nonostante si sia raggiunta la scadenza, 70 su 100 continuano a cucinarla.
È importante leggere bene le etichette degli alimenti che si compra. Le diciture “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro” non hanno lo stesso significato. Nel primo caso, infatti, la data di scadenza indica il momento fino a cui il prodotto conserva meglio le sue qualità organolettiche, gustative e nutrizionali. Se ben conservato, si può continuare a mangiare anche dopo la data di scadenza.
I sintomi dell’intossicazione alimentare, da non confondere con l’ingestione di cibo scaduto o avariato
Quando si ingerisce cibo scaduto si possono manifestare immediatamente alcuni sintomi, come mal di pancia, mal di testa o un leggero malessere. Se dovesse capitare, si può provare a porre rimedio rimanendo idratati. In caso di intossicazione alimentare, invece, i sintomi sono molto più gravi: febbre, dissenteria, vomito e nausea.
Queste reazioni di solito sono provocate da microrganismi come batteri o funghi. I primi sintomi cominciano a manifestarsi anche dopo 8-10 ore dal consumo dell’alimento ed in soggetti particolarmente fragili le conseguenze possono essere anche molto gravi. Ecco perchè in questi casi è sempre bene consultare il proprio medico.
Rischi alimentari, ecco i prodotti che faresti meglio a non comprare
In Italia il maggior numero di intossicazioni acute si verifica a causa del pesce scaduto. Le ultime segnalazioni del Ministero della Salute, però, vedono oggetto altri alimenti che sono comunque al centro della dieta mediterranea. Alcuni lotti di riso vialone nano, una delle varietà più pregiate, è stato ritirato dal commercio per la presenza di fungicida.
Più precisamente, sono state trovate tracce di triclazolo, che viene utilizzato in agricoltura per prevenire l’infezione di brusone. Questo fungo infestante può anche far perdere l’intero raccolto. Il prodotto in cui è stata rinvenuta traccia del fungicida è della marca Curtiriso di Valle Lomellina, e sulla confezione si può leggere “Riso vialone nano speciale per risotti”.
Il numero verde del Ministero della Salute a cui puoi chiedere consiglio
Il 1° febbraio il Ministero della Salute ha richiamato anche una marca di salame per probabile presenza di salmonella e listeria. Si tratta del salame crudo da 400 e 700 grammi dell’Agrisalumeria Luiset di Casetta di Mauro. Chi dovesse accorgersi di averne una confezione in casa, deve controllare se appartiene al lotto di produzione 121222.
Se questo dovesse essere il caso, si può recare nel supermercato in cui ha acquistato il prodotto per chiedere di avere un rimborso o di poterlo cambiare con un altro prodotto. In caso di dubbi, si può contattare il numero verde messo a disposizione dal Ministero della Salute, 800.036.457, per avere rassicurazioni su come comportarsi in questi casi.