Quanti soldi riuscirà ad avere chi va in Pensione nel 2023

A cavallo tra 2022 e 2023 ci sono state moltissime modifiche per quanto riguarda le pensioni in Italia.

Prima il Governo Draghi e ora il Governo Meloni si stanno prodigando per rendere migliore al situazione dei pensionati. Ecco come sarà la situazione nel 2023.

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assegni delle pensioni
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Il nodo delle pensioni italiane è estremamente importante sia al livello politico che sociale. La problematica del sistema pensionistico si è fatta via sempre più importante a causa della complessa situazione che si è creata con la pandemia prima e con la crisi economica poi. A fine 2022 doveva essere trovata una nuova legge per la previdenza sociale, problema che il Governo Meloni ha risolto con l’inserimento di Quota 103. In generale, nel 2023 ci sono molti modi per andare in pensione. A fianco della classica pensione di vecchiaia, che ormai arriva a un’età troppo tarda per la maggior parte delle pensioni, ci sono molte forme di pensionamento anticipato che sono stata promosse per il 2023.

La già citata Quota 103, per esempio, sorge dalle ceneri di quella che era l’idea di Quota 41. Si tratta di una misura di pensionamento anticipato che prevede un requisito contributivo di 41 anni di contributi versati e uno di età anagrafica, pari a 61 anni. Il secondo è stato inserito a causa della mancanza di fondi che il Governo poteva utilizzare per finanziare la misura. A fianco a questa troviamo i prorogati Opzione Donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione all’età di 60 anni con 36 anni di contributi (anche se la misura nel 2023 prevede che l’età anagrafica possa essere abbassata a 58 anni in determinati casi). Infine troviamo l’Ape Sociale, la misura di pensionamento anticipato che permette di andare in pensione a 63 anni con 30 anni di contributi alle spalle.

Quanto si guadagna dalle pensioni nel 2023

Ognuna delle pensioni elencate ha dei requisiti specifici perché sono specifici i casi per cui è pensata, ma tutte hanno in comune un assegno pensionistico generalmente inferiore a quello della pensione di vecchiaia. Quest’ultima rimane sempre la forma di pensione con l’assegno più alto, proprio in virtù del fatto di essere l’unica misura pensionistica propriamente detta. In particolare quest’anno sarà più ricca per chi ha già contributi versati alla data del 31 febbraio 1995.

Dopo questa data vi è stato il cambio di calcolo dell’assegno pensionistico, dal calcolo retributivo, che comprende nell’assegno pensionistico i valori degli ultimi stipendi da lavoratore, al calcolo contributivo, che tiene conto soltanto dei contributi versati all’INPS nel corso della propria carriera. Il calcolo retributivo era generalmente più vantaggioso di quello contributivo, quindi chi ha cominciato a lavorare prima del cambio di calcolo avrà una pensione maggiore rispetto agli altri.

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Quanto aumentano le pensioni nel 2023

Per calcolare l’assegno lordo della pensione contributiva occorre conoscere il montante contributivo complessivo. Si moltiplica il montante individuale per il coefficiente di trasformazione legato all’età anagrafica in cui si esce dal mondo del lavoro e dividere il risultato ottenuto per 13 mensilità.

I coefficienti di trasformazione variano in base all’età e sono questi:

  • 57 anni di età: 4,27%.
  • 58 anni di età: 4,38%.
  • 59 anni di età: 4,49%.
  • 60 anni di età: 4,62%.
  • 61 anni di età: 4,74%.
  • 62 anni di età: 4,88%.
  • 63 anni di età: 5,03%.
  • 64 anni di età: 5,18%.
  • 65 anni di età: 5,35%.
  • 66 anni di età: 5,53%.
  • 67 anni di età: 5,72%.
  • 68 anni di età: 5,93%.
  • 69 anni di età: 6,15%.
  • 70 anni di età: 6,40%.
  • 71 anni di età: 6,66%.
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