Le politiche green dell’Unione Europea vanno a toccare anche il mercato immobiliare.
Presto tutte le case, anche in Italia, dovranno essere a emissioni zero, e questo potrebbe essere un problema per le nostre finanze.
L’Unione Europea ha già da diversi anni preso la strada delle politiche green. Caldeggiate dai movimenti di protesta contro il cambiamento climatico di Greta Thumberg e rese necessarie dallo scoppio della guerra in Ucraina e l’inimicizia con la Russia, presto queste politiche raggiungeranno anche il mercato immobiliare. Nonostante i problemi economici portati avanti dalla pandemia prima e dalla guerra poi, da Bruxelles non sono cambiati i piani per la rivoluzione green dell’Europa, e questa non avverrà a costo zero. A spiegarlo è il consigliere di Arera Stefano Scaglia, che ha analizzato in maniera fredda le decisioni politiche dell’Europa permettendoci di capire come la politica comune abbia scelto l’etica alla convenienza.
Partiamo con i piani di Bruxelles per i prossimi anni. Sappiamo già che la Commissione Europea ha previsto che per il 2050 non dovranno più esserci edifici non a emissioni zero in tutto il territorio dell’Unione Europea. Questo obiettivo si divide in una lunga serie di obiettivi mediani che andranno raggiunti da tutti i paesi membri nel tempo. Questo cosa comporta? Comporta investimenti, acquisti, ricerca e, in generale una enorme quantità di denaro per realizzare tutte le infrastrutture necessarie a realizzare questo piano. La scelta dell’Europa non è stata nella maniera più assoluta la scelta più conveniente al livello economico. Scaglia lo dice senza mezzi termini: “L’UE ha scelto che l’economicità dell’energia non ci interessa”.
A pagare per le scelte dell’Unione Europea saranno, poco sorprendentemente, i cittadini. Per quanto brutale possa sembrare, la scelta sulla politica dell’Europa è stata morale più che di convenienza, soprattutto per quanto riguarda l’Ucraina. Secondo Stefano Scaglia, che riporta i dati di ARERA, non c’è paragone tra il costo del gas preso tramite i gasdotti dalla Russia e quello che acquistiamo in forma liquida dagli Stati Uniti. Il gas Russo è, in assoluto, la materia prima energetica più economica, e se durante l’invasione russa in Ucraina l’Europa si fosse voltata dall’altra parte non saremmo nella situazione di disastro economico in cui ci troviamo adesso.
I piani europei per il green non sono cambiati, quindi, nonostante le difficoltà, i paesi dell’Unione, Italia inclusa, dovranno continuare con i piani comuni di investimento nelle energie rinnovabili. Questo significa spendere tantissimo in infrastruttura e gli investimenti dovranno, per forza di cose, venire dalle tasse dei cittadini.
Per quanto si continui a dire che l’energia green sia fondamentalmente gratuita perché derivante dal sole e dal vento, si tende a tralasciare un dettaglio. Con i combustibili fossile siamo in grado, oggi, di produrre un quantitativo immenso di energia da poche centrali, mentre con le energie green saremmo costretti a produrre la stessa quantità di energia, ma da tantissimi piccoli impianti disseminati per tutto il territorio. Questi impianti ovviamente devono essere costruiti e occorrono delle maestranze specifiche per il lavoro.
Sebbene le energie green permetterebbero in futuro di ammortizzare ogni costo, ciò non toglie che nel breve periodo sarebbe un salasso per ogni Stato che dovrà stare ai piani stabiliti.
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