Cambiano le modalità dell’affitto per chi ha Reddito di Cittadinanza
La modifica del Reddito di Cittadinanza è un cavallo di battaglia del Governo di Giorgia Meloni. Fin dalla campagna elettorale, la premier ha ribadito con forza di voler dare una stretta alla platea dei percettori. In poche parole, chi riceve il sussidio dovrà osservare dei parametri molto più stringenti rispetto a qualche tempo fa. Il Governo ha infatti ribadito che il Reddito di Cittadinanza verrà dato soltanto a chi non è in grado di poter lavorare. Ragion per cui la platea sarà decisamente più ristretta.
“Per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro”. Le parole di Giorgia Meloni non si prestano a fraintendimenti. Chi è in condizione di lavorare deve cercare un impiego, non un sussidio. La soluzione alla povertà, dunque, nelle intenzioni del nuovo governo Meloni sarà il lavoro. “Serviranno la formazione e l’accompagnamento al lavoro – ha detto la premier -, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Perché, per come è stato pensato e realizzato, il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta. Una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”.
Tra le nuove regole del Reddito di Cittadinanza c’è quella che riguarda i percettori che vivono in un immobile in affitto. La quota per pagare il fitto non sarà più a disposizione del beneficiario ma sarà versata direttamente al proprietario dell’immobile. Finora la parte dell’affitto era versata al percettore del reddito di cittadinanza: la Manovra prevede invece che la somma andrà direttamente al locatore dell’immobile.
Resta invariata la possibilità di ottenere la quota a copertura del mutuo sulla prima casa entro certi limiti di importo. La somma andrà a copertura parziale o totale del canone annuo: il limite di spesa previsto per i beneficiari del reddito di cittadinanza per l’anno 2023 sarà pari a 3.360 euro. La misura si applica anche a chi ha un mutuo sulla prima casa: in questo caso il tetto di indennità previsto è pari a 1.800 euro all’anno.
C’è però un problema che sta venendo a galla in maniera molto forte. C’è chi percepisce il Reddito di Cittadinanza ma non gli viene data una casa in affitto. Sta infatti aumentando questa pratica da parte dei proprietari degli immobili i quali sono diventati più restii a concedere in locazione la loro casa a chi prende il sussidio. Motivo? Temono che il Reddito di Cittadinanza tra qualche anno possa sparire definitivamente trovandosi di fatto un inquilino moroso perchè non in grado di pagare il canone mensile. Certamente si tratta di una situazione paradossale. Il Reddito di Cittadinanza è certamente uno strumento sociale fondamentale che dà dignità a chi non può lavorare. Più che sulla stretta per quanto riguarda i requisiti, il Governo dovrebbe intensificare i controlli su chi prende il sussidio e creare le condizioni per andare a lavorare. La politica assistenzialista non può essere l’unica strada per risollevare l’economia italiana.
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