Il primo ministro della Francia, Elisabeth Borne, ha presentato una proposta di riforma per le pensioni, definendolo un “progetto di equilibrio del nostro sistema pensionistico“. Ecco perchè farà fatica a trovare i voti per far passare la legge.
Il rapporto della UIL “Età di accesso alla pensione UE” ha stilato la classifica dell’età pensionabile nell’Unione Europea. L’Italia occupa il secondo posto: dopo la Grecia, è il paese in cui l’età pensionabile è più alta. Oltre ad avere 20 anni di contributi, nel Belpaese è richiesta un’età anagrafica di 66,7 anni per gli uomini e 66,5 anni per le donne.
In Francia si ha il diritto di andare in pensione già a 62 anni. Per percepire l’intero importo della propria pensione, però, bisogna continuare a lavorare fino a 67 anni. L’età media in cui i cittadini lasciano il lavoro è di circa 62 anni, perchè ci sono alcune categorie di lavoratori che hanno diritto a delle condizioni speciali, come ad esempio i ferrovieri.
Francia, la riforma delle pensioni divide: i motivi
Emmanuel Macron aveva già inserito la proposta di riforma delle pensioni nella sua prima campagna elettorale con il partito En Marche. La mobilitazione popolare contro la sua proposta di legge fu incredibile. A Parigi si radunarono addirittura 800.000 persone, ed il presidente rinunciò alla sua iniziativa, come già successo anche a Chirac e Sarkosy.
Nel 2022 Emmanuel Macron è stato rieletto come presidente della Francia. Il primo ministro Elisabeth Borne ha deciso di fare della riforma del sistema pensionistico francese, che ad oggi è solo retributivo, un suo cavallo di battaglia. Secondo la proposta di legge, si avrà il diritto di andare in pensione dai 64 anni, e verranno eliminate le categorie speciali.
I sindacati promettono guerra: perchè sono contrari alla riforma
Se la proposta di legge di Elisabeth Borne dovesse passare, i francesi dovranno avere 43 anni di contributi per percepire la pensione completa. La prima reazione dell’opinione pubblica è stata molto forte, e subito i sindacati hanno dichiarato guerra. Ben 8 sigle sindacali hanno lamentato che non sia previsto un passaggio morbido alla nuova normativa.
CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, Unsa, Solidaires e FSU hanno già indetto una giornata di sciopero per il 10 gennaio 2023. Anche il politico sovranista ed economista Eric Zemmour si è detto contrario alla riforma: “È guidata dalla Commissione di Bruxelles. I commissari europei l’hanno chiesta per ottenere il prestito ed i sussidi previsti dal piano europeo“.
Il punto di vista di Zemmour ed il possibile alleato per la premier
Se Marine Le Pen minaccia di bloccare la riforma della Borne, Zemmour invece spiega che secondo lui una riforma sarebbe necessaria: “Negli anni ’60 e ’70 c’erano 4 lavoratori per ogni pensionato. Oggi, invece, siamo addirittura a 1.6 o 1.7 lavoratori per ogni pensionato. Quindi siamo in difficoltà, tenendo presente anche l’alta disoccupazione“.
Zemmour chiede che le aziende mantengano i propri dipendenti più anziani. Altrimenti, l’innalzamento dell’età pensionabile porterebbe a risparmiare sui fondi pensione, ma allo stesso tempo farebbe aumentare i sussidi di disoccupazione. La Borne sarà costretta a cercare un alleato per far passare la riforma delle pensioni in Francia: al momento sembrerebbe che possa contare solo sul partito di centro-destra, Les Republicains.