Nella Manovra 2023 cambieranno alcune cose sul Reddito di Cittadinanza
L’argomento Reddito di Cittadinanza resta sempre al centro del dibattito politico specialmente in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio. Nel corso di queste settimane le forze di Governo hanno annunciato una modifica sostanziale della platea che ad oggi percepisce il sussidio. In particolare, Giorgia Meloni vuole rendere il Reddito di Cittadinanza più equo ed efficace. L’esecutivo intende agire su chi è in condizioni di andare a lavorare ma preferisce restare a casa a percepire il RdC. In base a queste modifiche si calcola che saranno oltre 400mila nuclei familiari perderanno poi il Reddito di cittadinanza a partire dal 1° agosto 2023. Si tratta di oltre 800mila persone ritenute dal governo “occupabili” e quindi non più bisognose del sussidio. Questi soggetti dovranno seguire corsi di formazione e trovarsi un lavoro.
Qualche settimana fa Giorgia Meloni ai microfoni della trasmissione “Porta a Porta” aveva fatto chiarezza sui punti del nuovo Reddito di Cittadinanza: “Sono state dette molte bugie: lasciamo la massima tutela a tutti coloro che non possono lavorare, agli over 60 e a chi è senza reddito e ha minori a carico. Vi pare normale che non ci sia il vincolo, per i percettori, di risiedere sul territorio nazionale? Non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato perché accetti di lavorare solo quando trovi il lavoro dei tuoi sogni”.
Con l’ultima versione della Manovra 2023 ci sono diversi cambiamenti per quel che riguarda il Reddito di cittadinanza. L’assegno sarà erogato per 7 mesi e non per 8 ed è saltato il riferimento alla cosiddetta “offerta congrua”. L’assegno che arriverà l’anno prossimo sarà solo per sette mesi invece degli otto previsti. Una modifica, questa, che secondo le stime dovrebbe far risparmiare circa 200 milioni di euro da investire per finanziare altre misure
Entra in vigore l’obbligo di istruzione per aver diritto al Reddito se si è under 29. Proposto dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, l’emendamento prevede che per i beneficiari di età compresa tra 18 e 29 anni, che non hanno terminato la scuola dell’obbligo, la possibilità di usufruire del Reddito sarà condizionata dalla frequenza di percorsi di formazione o funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico. Con la cancellazione del riferimento all’”offerta congrua” i percettori dai 18 ai 59 anni potrebbero dover accettare qualsiasi proposta, a prescindere da dove si trova il luogo di lavoro. Il sottosegretario Claudio Durigon ha precisato però che il criterio della territorialità resterà nel 2023 anche se non è stata chiarità la modalità.
Quali sono i criteri che definiscono un’offerta di lavoro congrua per il Reddito di Cittadinanza? In base alle normativa vigente, i requisiti per definire un’offerta congrua e dunque valida ai fini di rifiuto o meno per il RdC sono:
A quanto pare il criterio della compatibilità con le proprie competenze verrà meno nel 2023. A tal proposito le dichiarazioni recenti di Durigon hanno scatenato no poche polemiche: “L’offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere casomai vicino casa è giusto che la accetti, perché se uno prende dei soldi pubblici non credo che possa essere schizzinoso. Il criterio della territorialità resta anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli, tranquillizzerei Conte”
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