Forza Italia continua a mettere pressione sul Governo perché si faccia qualcosa per le pensioni minime. L’esecutivo è al lavoro anche su questo fronte e già è possibile vedere una prima bozza di misura per l’aumento delle pensioni minime per una fascia di popolazione. Il problema più grande del varo di misure come questa è, come al solito, il problema delle risorse.
Ormai è chiaro quanto questo Governo si stia impegnando per fare veramente tutto quello che vuole fare nel modo più rapido possibile. L’impegno messo su ogni singola manovra, in modo da far rientrare tutto nei ristrettissimi tempi di marcia dettati dall’Unione Europea, dall’elettorato, ma sopratutto dalla gravità dei tempi è lodevole. Questo però non significa che il compito sia facile. All’interno dell’ormai immenso sacco delle misure che il Governo Meloni intende mettere in campo per governare questo paese vanno messe di conto anche le richieste degli alleati.
In particolare Forza Italia sta scalpitando per rispettare una delle promesse più importanti fatte ai suoi elettori: la pensione minima a 1.000 euro. Il piano di Berlusconi e del suo partito è quello di avere le pensioni minime a 1.000 euro entro la fine della legislazione Meloni. Qui però entra in gioco il problema delle risorse. L’Italia negli ultimi anni non è stata messa in condizioni ottimali dal punto di vista economico. Le risorse a disposizione dello Stato italiano non sono infinite e Giorgia Meloni deve riuscire a trovare le giuste risorse per tutto il lavoro da fare.
Le pensioni minime sono una sezione piuttosto importante della legge pensionistica italiana. Si tratta di quell’assegno pensionistico che viene dato ai pensionati che non hanno i requisiti per una pensione più alta. Molti in Italia traggono beneficio da questa possibilità. Tuttavia è anche vero che con la nuova riforma delle pensioni il Governo sta spendendo cifre mostruose per poter promuovere le penioni anticipate con Quota 103, come già fatto notare dalla Commissione Europea.
Il piano per edesso è di portare le pensioni minime a 600 euro, ma solo per gli over 75. Parliamo di un bacino di percettori di circa 2 milioni di persone, il che porterebbe ad un aumento dei costi per questo ambito di circa 900 milioni di euro. Il Governo ha già dichiarato che verranno stanziati 900 milioni di euro per questo aumento delle pensioni minime, soldi che verranno recuperati grazie ai tagli del reddito di cittadinanza. Considerando però il ritmo di invecchiamento della popolazione italiana, la spesa per questo aumento potrebbe essere sempre più alta sul lungo periodo.
La frase “gli aiuti solo a chi ne ha bisogno” sta diventando una specie di mantra per il Governo Meloni. Considerando che il problema principale per tutte queste misure sono le risorse, il Governo starebbe pensando di assottigliare quanto più possibile il bacino di beneficiari di ogni misura, in modo che a ricevere aiuti siano solo le fasce più fragili della popolazione.
Nel caso delle pensioni minime si sta pensando di introdurre un ulteriore requisito di reddito per chi può accedere all’aumento a 600 euro della pensione minima, nello specifico l’ISEE obbligatorio. Il requisito di reddito è peraltro uno dei fondamentali per ottenere la pensione minima, ma il Governo punta a introdurre anche l’obbligo dell’ISEE. Questo a lungo andare potrebbe complicare ancora di più la gestione degli aumenti.
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