Uno dei bonus più apprezzati, ma al contempo al vaglio delle modifiche della nuova legislazione è il bonus cultura. Alla luce di fatti recenti, il Governo Meloni sta pensando alla possibilità di eliminare il bonus cultura.
Nonostante sia generalmente ben recepito dagli italiani, specialmente i più giovani, il bonus cultura sta affrontando un brutto momento alla luce della scoperta di una serie di importanti truffe. A dare il via ai problemi che potrebbero portare all’eliminazione del bonus cultura sono le indagini delle procure di Napoli e Catanzaro. Le due procure avrebbero scoperto un giro di validazioni dei buoni per compravendite mai avvenute usando il bonus cultura. Si tratta di una truffa milionaria che avrebbe preso dalle casse dello Stato 600.000 euro in provincia di Napoli e 1 milione e 400.000 euro in quella di Catanzaro. La notizia, condivisa dall’agenzia di stampa AGI.it, arriva pochi giorni dopo l’annuncio da parte del Governo di voler cancellare il bonus cultura.
Anche detto “bonus Renzi”, il bonus cultura deve il suo secondo nome al nome del presidente del Consiglio che lo ha messo in atto. Il bonus cultura è nato nel 2014 durante il primo anno di Governo di Matteo Renzi. Il bonus prevede un tesoretto di 500 euro per tutti coloro che nell’anno in corso compiono 18 anni di età. Questi soldi possono essere utilizzati tramite buoni spendibili per alcune spese specifiche. Il bonus cultura nasce infatti come incentivo e aiuto economico per i giovani per l’acquisto di beni o servizi che accrescano il proprio bagaglio culturale. All’interno delle spese ammesse per il bonus rientrano libri, biglietti per musei, mostre o iniziative culturali, ma anche corsi online, concerti, dischi, e molto altro.
Le truffe scoperte a Napoli e Catanzaro per il Governo sono una sottolineatura netta di quanto questo bonus sia vulnerabile. Il discorso è in generale esteso a tutto il sistema dei bonus portato avanti dai governi precedenti, che l’attuale maggioranza vede con molto sospetto e poca simpatia. Il bonus cultura è stato uno dei primi bonus che il Governo Meloni ha preso di mira, ma lo stesso premier, Giorgia Meloni, ha fatto marcia indietro sull’argomento. L’intenzione, spiega la leader di Fratelli d’Italia, non è quella di eliminare il bonus cultura, ma di modificarlo affinché sia più al sicuro dalle truffe e più facilmente controllabile.
Secondo gli inquirenti, infatti, le truffe erano fatte tramite l’utilizzo dei buoni di 18app per pagamenti di acquisti di beni e servizi che non sono mai avvenuti. La cosa è possibile, chiariscono ancora i portavoce delle procure, solo tramite il consenso del cittadino neo maggiorenne che ha accesso al bonus, che avrebbe quindi fatto parte della truffa.
Servono quindi maggiori controllli su quanto il bonus possa essere concesso, visto che è impossibile controllare i singoli pagamenti al momento degli acquisti. Innanzi tutto, il Governo sta prendendo in considerazione di porre un limite di reddito familiare come paletto per poter ottenere il bonus. In questo modo si riduce il bacino di utenza e si rende il bonus cultura un aiuto statale a chi ne ha maggiormente bisogno. Questo, tuttavia, non farebbe altro che diminuire il numero di bonus erogati, sembrando piuttosto un modo per risparmiare i soldi del bonus piuttosto che apporre maggior controllo.
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