Un questi giorni si è consumata una dura discussione sulla decisione del Governo Meloni di rialzare il tetto massimo di operazioni sul denaro contante. La decisione, in netto contrasto con il governo precedente, ha fatto molto discutere, ma il Governo non tornerà indietro.
L’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea in cui si utilizza di più il denaro contante. Molti paesi esteri sono passati già da molti anni al pagamento elettronico, con carte di credito contactless tracciabili e pagamenti on line. Il Governo Draghi, in accordo coi vertici europei, aveva cercato di invertire questa tendenza fissando un tetto massimo al contante utilizzabile nelle operazioni di pagamento. Giorgia Meloni, però, ha deciso per una repentina marcia indietro.
L’intervento di Draghi sul denaro contate era stato giustificato nell’ottica di una più larga operazioni di lotta all’evasione fiscale. In Italia l’evasione fiscale, in particolare la piccola evasione, è da sempre un problema presente e verso la cui soluzione ci sono molte resistenze, dettate dalla consuetudine e dall’abitudine a certi comportamenti. Il fatto che Draghi stesse sollecitando al pagamento elettronico era inteso per abituare gli italiani al pagamento con carta, in modo da favorire pagamenti tracciabili e su cui non sarebbe possibile evadere le tasse.
Marcia indietro sul contate, le ragioni del Governo
Il Governo Meloni, tuttavia, su iniziativa del leghista Alberto Bagnai, ha approvato la legge che dovrebbe rialzare il tetto massimo alle operazioni in contanti dai 2.000 euro attuali a 10.000 euro. Per alcuni potrebbe sembrare un passo indietro, ma cerchiamo di analizzare la situazione. La tesi della Lega è che non ci sia alcuna correlazione tra l’utilizzo di denaro contante e l’aumento dell’evasione fiscale e del riciclaggio di denaro sporco.
Questa è una tesi portata avanti dal partito tramite i post del leader Matteo Salvini, che sottolinea come in altri paesi europei non ci sia alcun tetto alle operazioni di pagamento in contanti, ma nonostante questo non c’è più evasione in questi paesi.
In particolare si fa riferimento alla situazione di Grecia, Spagna e Portogallo, in cui c’è un tetto massimo alle operazioni in contanti (in Grecia in particolare è di 500 euro), ma questi hanno tassi di evasioni nettamente più alti rispetto ad altri paesi in cui non c’è alcun tetto al contante. Per la Lega e il blocco di Centrodestra non ha senso limitare la libertà di scelta delle persone sul metodo di pagamento da utilizzare per una questione di così poco conto.