La crisi dell’energia sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti tant’è che ora anche l’Euro comincia ad avere paura.
La crisi dell’energia che si sta abbattendo sulle famiglie con lo scoppio del conflitto in Ucraina sta assumendo caratteristiche sempre più preoccupanti tanto da spingere anche l’Europa ad avere paura.
La situazione attuale richiede una soluzione unanime e unitaria che veda ciascun membro della Comunità Europea lavorare nella direzione di contrastare efficacemente la crisi dell’energia.
Crisi dell’energia: a rischio l’unità dell’Ue
Ursula Von der Leyen è intervenuta in merito al prezzo del gas affermando che in mancanza di una soluzione comune è a rischio l’unità tra Paesi membri. Per questo, la Presidente dell’esecutivo Ue ha fatto sapere che la Commissione europea è pronta a procedere con la valutazione di un possibile tetto al prezzo del gas. Si tratta dunque del cosiddetto price cap che fino a questo momento ha trovato il parere negativo di Bruxelles nonostante la richiesta proveniente da ben 15 Stati membri, tra cui anche l’Italia.
L’obiettivo annunciato dalla Von der Leyen quindi sarebbe quello di garantire l’approvvigionamento ad ogni Paese membro. Va detto però che la Germana si è espressa in maniera sfavorevole al riguardo poiché il possibile rischio derivante dall’introduzione del price cap, è che i fornitori decidano di volgere verso mercati più convenienti.
L’ipotesi paventata dai tecnici tedeschi però contrasta con quella della maggioranza dei Paesi Ue che difatti stanno pressando con grande veemenza affinché si intervenga in tal senso. Chiaramente, per evitare che la crisi dell’energia conduca agli stessi dissidi nati con lo scoppio della pandemia da covid, è giunta l’apertura da parte della von der Leyen.
Al momento, in ogni caso, non si sa ancora in che modo si deciderà di attuarlo anche il Portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, ha fatto sapere che si sta lavorando su due tipi di price cap. Uno sarebbe attuato sul gas che viene utilizzato per la produzione di elettricità, l’altro riguarderebbe i fornitori e dunque l’energia oggetto di scambio in Europa.