La Corte di Cassazione boccia la possibilità di prendere altri soldi senza lavorare. Il reddito di cittadinanza dovrà bastare per i giovani disoccupati che vivono ancora coi genitori. Il tribunale da ragione al padre che non vuole più sostenerli.
Recentemente è arrivato sul tavolo della Corte di Cassazione un caso che è destinato a fare da esempio per altri molto simili. Un trentenne, nonostante viva ancora con la madre, non potrà più contare sui soldi dell’altro genitore divorziato. Il tribunale decide di dar ragione alle proteste del padre che non ne può più.
Il caso è piuttosto singolare, ma reale e perfettamente calato nella realtà che stiamo vivendo. Un padre, ormai divorziato da 7 anni dalla ormai ex moglie, continuava a pagare per il mantenimento della figlia, 22enne al momento del divorzio, che vive ancora con sua madre.
La vicenda della ragazza è piuttosto travagliata. Al momento del divorzio, essa aveva come titolo di studio la terza media, mai completato le scuole superiori e con un corso da estetista abbandonato a metà. Per un po’ la ragazza aveva lavorato in nero prima nell’agenzia di pulizie dei nonni maternia, e poi nell’esercizio commerciale di sua madre, per 50 euro al mese.
La ragazza, ormai trentenne, con un compagno stabile e un figlio a sua volta, continuava a vievere grazie ai soldi che suo padre le doveva mandare in quanto divorziato da sua madre. Il padre della ragazza ha deciso, però, di non voler più provvedere al mantenimento di una nullafacente e ha fatto ricorso. Il caso è passato alla Corte di Cassazione, che, dopo lunghi dibattimenti, ha deciso di dar ragione al padre.
Secondo la Corte Suprema, non è possibile che un genitore, seppur divorziato, debba sopperire alle mancanze di un figlio ormai abbondantemente oltre la maggiore età e perfettamente capace di lavorare. La sentenza deve servire da esempio per le non così rare situazioni simili che si stanno moltiplicando in Italia. Sono diversi i casi di giovani che, per inefficienza propria o circostanze, non riescono a trovare un lavoro e non riescono a crearsi una propria vita dignitosa, rimanendo quindi dipendenti economicamente dai genitori.
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