L’industria italiana si prepara a vedere il suo momento peggiore. Il caro bollette e l’inflazione stanno per dare una sonora mazzata alla ripresa che ha caratterizzato la prima metà del 2022. Confindustria lancia l’allarme e gli fanno eco le preoccupazioni degli imprenditori.
L’imprenditoria italiana, sopratutto sul lato della produzione, ha subito una fortissima batosta dalla crisi del gas. Molte imprese stanno chiudendo o rischiando la chiusura a cuasa delle altissime bollette di questo periodo, che rendono impossibile continuare a mantenere attive le produzioni.
Se le grandi industrie hanno l’apparato abbastanza forte per reggere la botte, piccolo e e medie imprese sono a forte rischio collasso. Confindustria lancia l’allarme soprattutto per quanto riguarda l’anno prossimo. Dopo un 2022 in cui il caldeggiamento del Governo e la voglia di consumare degli italiani dopo la pandemia ha permesso una crescita del 3,4%, molto più alta delle aspettative, non si hanno buone sensazioni per il 2023.
Crescita zero e fallimento delle imprese. La situazione è disperata
Confindustria sottolinea come il prossimo anno la crescita dell’economia del nostro paese possa risultare completamente azzerata. Questo risulterebbe nella fine di molte piccole e medie imprese che si troveranno schiacciate sotto il peso dei costi eccessivi.
Il peggio di questa situazione è che non è neanche il peggio a cui possiamo arriare. Nei giorni scorsi la Russia ha stretto un accordo con gli altri paesi Opec Plus per diminuire la produzione di petrolio, cosa che porterà inesorabilmente a un aumento dei prezzi dei carburanti e a un nuovo picco dell’inflazione. In più a questo il prezzo del gas non accenna a diminuire, complici i problemi che stanno occorrendo ai gasdotti che collegano Russa e UE. Le spese quindi non hanno ancora finito di aumentare e la industrie sono ormai al collasso.
Un tetto al prezzo del gas fissato a 100 euro, dicono gli economisti di Confindustria, potrebbe almeno garantire una crescita del PIL dell’1,6%. Comunque poco, ma meglio che una crescita zero come si prevede. Lo studio fatto da Confindustria sarà certamente messo sul tavolo del nuovo Governo ad ora in formazione, che avrà il compito di fronteggiare la crisi che si abbatterà sul nostro paese nel 2023.