Ci sarebbe una soluzione alla dipendenza dal gas russo, ma il giacimento di gas che c’è in Europa non si può toccare
Negli ultimi mesi l’approvvigionamento di gas ed energia da parte degli Stati esteri è diventato uno dei temi principali in Italia e in tutta Europa. Il prezzo dell’energia, infatti, sta mettendo in ginocchio l’economia di molti Paesi dell’Unione Europea e ad aggravare la situazione è il fatto che la Russia utilizza proprio le forniture di gas per minacciare i membri dell’Unione.
Tuttavia, da giorni si parla di una possibile soluzione a questo problema. Nel cuore del Vecchio Continente, infatti, esiste un giacimento di gas che potrebbe soddisfare il fabbisogno delle Nazioni europee, ma non si può toccare: ecco perché.
In Europa esiste un giacimento di gas che potrebbe permettere ai Paesi del continente di essere totalmente indipendenti dalla Russia, tuttavia non si può usare. L’estrazione della materia prima, infatti, provocherebbe terremoti e pericolosi crolli del terreno, che rendono impraticabile questa strada.
Il giacimento si trova nei Paesi Bassi, a Groningen ed è stato ampiamente utilizzato in Europa a partire dal 1963. Attualmente, secondo le rilevazioni, ci sono ancora 450 miliardi di metri cubi di gas e secondo Shell Plc sarebbe tutt’ora possibile estrarne circa 50 miliardi di metri cubi l’anno in misura maggiore di quanto se ne faccia oggi.
Fino al 2013 i lavori avevano prodotto l’estrazione di circa 2.057 miliardi di metri cubi di gas, ma le perforazioni hanno provocato danni rilevanti alla struttura del terreno e addirittura scosse di terremoto. Sono stati infatti registrati danni alle case dei residenti di quella zona e nel 2014 è stato deciso di limitare sempre di più le estrazioni di gas da quel giacimento: la sua chiusura definitiva è prevista entro il 2028.
Nonostante continuare con le perforazioni sia stato considerato pericoloso, il ministro delle miniere olandese Hans Vijlbrief ha parlato di una possibilità estrema di una ripresa a pieno ritmo a causa dell’attuale crisi. A causa delle riduzioni alle forniture da parte del gas russo, infatti, sono a rischio le condizioni energetiche di scuole, ospedali e intere città.
Dunque, proprio in questi giorni si sta discutendo se questa possa essere una possibilità concreta, ma per ora il governo dei Paesi Bassi si è dichiarata contraria ad una decisone simile, a meno di “casi estremi”.
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