È partito il via libera alla possibilità di modificare i Pnrr nazionali e la Germania ha già preso posizione, in contrasto con il resto d’Europa.
Da Bruxelles hanno dichiarato: “In termini pratici, la proposta mira ad aggiungere un nuovo capitolo RePowerUe ai piani nazionali di ripresa al fine di finanziare investimenti e riforme chiave che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi energetici”.
Al fine di consentire a tutti gli stati membri le manovre e i fondi necessari allo scopo, oltre ai finanziamenti del Recovery Plan europeo, si potranno chiedere prestiti Rrf a Next Generation Eu.
Al momento sono 20 i miliardi di euro stanziati, che l’UE vuole recuperare dal Fondo per l’innovazione e dall’anticipo delle quote Ets.
Il Consiglio europeo ha chiarito che gli Stati membri potranno richiedere i prestiti fino al 31 Agosto 2023, un finanziamento a fondo perduto da nuove entrate.
Data una certa flessibilità data ad ogni Stato, anche il commissario degli affari economici Paolo Gentiloni ha espresso la sua opinione. Oltre alle iniziative europee, a livello locale vorrebbe implementare alcune misure già usate durante la pandemia:
Europa divisa: c’è chi vuole il ritorno alle misure pandemiche e chi no
“Quello che abbiamo fatto con Sure durante la pandemia era una proposta interessante” ha detto alla riunione dell’Ecofin, “Se vogliamo evitare la frammentazione ci serve un alto livello di solidarietà e dobbiamo mettere in campo qualche altro strumento comune”.
La Francia ha accolto con positività la proposta di ritornare alle vecchie misure pandemiche, altri non sono stati così contenti. Tra questi il lettone Valdis Valdis Dombrovskis e il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner.
“Dobbiamo fare progressi sugli acquisti comuni di gas, dobbiamo cambiare la struttura del mercato elettrico, ma gli strumenti che sono stati utilizzati durante la pandemia non possono essere trasferiti uno a uno a uno”, ha preso posizione Lindner.
Alcuni europei credono che la Germania possa avvantaggiarsi rispetto al resto degli Stati, ma sempre all’Ecofin Linder ha voluto spiegare meglio la situazione: “C’è stato un malinteso: la nostra misura è mirata ed è pensata per il 2022, 2023 e 2024”.
“Il pacchetto di aiuti varato da Berlino è proporzionato, se si considerano le dimensioni e la vulnerabilità dell’economia tedesca”.