Lo smart working è stata la grande scoperta del periodo di pandemia. Molti italiani hanno scoperto proprio in quell’occasione i benefici di poter lavorare da casa, ma ora dovranno farne a meno. Il motivo è, ancora, il caro bollette, che fa si che non sia più conveniente lavorare dalla propria abitazione.
Dopo i due anni di Covid, sono stati moltissime le aziende ad adeguarsi al lavoro in smart working, tanto da mantenerlo anche dopo la fine dell’emergenza. Ora sopraggiunge un altro grosso problema che sta facendo scappare i lavoratori di nuovo nelle sedi. Con le bollette così alte non conviene più lavorare da casa.
Lo smart working ha diversi lati positivi anche sotto il profilo del risparmio, ma non in questa situazione. Gli altissimi livelli raggiunti dal prezzo dell’energia in questo periodo sta rendendo un problema anche soltanto tenere il pc acceso. Molti lavoratori non sono disposti a pagare di tasca propria per lavorare da casa quando possono farlo in ufficio. Ecco quindi che comincia un esodo di massa di tutti quei lavoratori a cui non conviene più lavorare in smart working.
Così la crisi cancella lo smart working
L’esodo comprende principalmente i dipendenti pubblici. Secondo i dati dell’INAPP, circa l’80% di coloro che lavoravano in smart working stanno tornando negli uffici della Pubblica Amministrazione. Questo perché non sono previsti rimborsi per il consumo di energia elettrica per il lavoro da casa, al contrario di quanto previsto per i rimborsi sulla benzina. Ecco quindi che diventa più conveniente andare in ufficio tutti i giorni invece che lavorare da casa.
Stessa cosa accade anche nel privato, in cui molte aziende non hanno ancora previsto degli aumenti contro il caro energetico. In entrambi i casi, il fatto che lo smart working sia offerto sia dalle aziende private che dalla Pubblica Amministrazione su base volontaria, fa in modo che al lavoro da casa non vengano aggiunti bonus di sorta. Molte aziende che si stavano organizzando, anche al livello di spazio, per avere meno lavoratori in sede stanno comiciando a pentirsi della scelta.
Attualmente la Pubblica Amministrazione, in alcuna delle sue forme, non prevede compensazioni extra per il caro bollette, neanche per i lavoratori di categorie più fragili. Occorrerebbe una riforma strutturale in questo senso, per permettere al lavoro da casa di entrare a far parte del sistema organizzativo generale. Tuttavia, si può immaginare che i ministeri pensassero di avere più tempo per implementare lo smart working nella propria organizzazione interna, mentre il caro bollette ha sopreso un po’ tutti.