Flat Tax per le Partite Iva, c’è già il primo no

L’approvazione della flat tax per le partite iva si preannuncia già da subito una misura che farà penare il governo Meloni. Nonostante sia stata una delle principali promesse in campagna elettorale, la strada per la sua approvazione sarà piena di ostacoli.

Uno dei topic principali su cui si è giocata la campagna elettorale è quello della riforma fiscale. Il Centrodestra, che ha vinto le elezioni, si è presentato con la proposta di una flat tax generalizzata, estesa anche alle partite iva. Questa riforma, però, sta già collezionando i primi oppositori.

Giorgia Meloni sulla flat tax
Foto ANSA

Non solo dalle parti politiche avverse arrivano le critiche verso la flat tax, ma anche dalle imprese. All’indomani del voto, il presidente di Confindustra Bonomi si è espresso nei confronti del nuovo governo a guida Fratelli d’Italia che si sta andando a formare. Bonomi si fa portavoce di tutte le moltissime imprese in forte difficoltà di fronte agli aumenti delle spese dell’energia, richiedendo al governo rapidità e responsabilità.

Servono unità e responsabilità, non possiamo permetterci la flat tax

Le parole di Bonomi sono critiche nei confronti dei programmi di Giorgia Meloni in ambito fiscale. Pur non avanzando giudizi sull’esito del voto, il presidente di Confindustria mostra preoccupazione per la gestione delle finanze dello Stato dal monento della formazione del nuovo governo.

Secondo Confindustria occorre continuità con le politiche del precedente Governo Draghi. Questo è stato capace di stanziare 60 miliardi di euro di aiuti di Stato senza intaccare il debito pubblico, cosa che, dice Bonomi, potrebbe non accadere di nuovo con il nuovo Governo. La preoccupazione del presidente di Confindustria sono sopratutto nei confronti della flat tax, una riforma che costerebbe moltissimo allo Stato. Questi soldi dovrebbero essere spesi, invece, per aiutare le imprese, in gran parte in grande difficoltà.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
Foto ANSA

Si prevede una spesa di circa 50 – 60 miliardi di euro solo con la prossima legge di bilancio, a cui andranno aggiunti i soldi spesi per le altre promesse elettorali del programma di centrodestra. Il rischio è che l’Italia finisca per aumentare il proprio debito pubblico, cosa che la metterebbe in una cattivissima luce agli occhi degli alleati europei, in un momento in cui l’unità dell’UE è più importante che mai. Sarà da vedere come Giorgia Meloni intenderà rispondere a queste problematiche.

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