Continuano le discussioni in Unione Europea sul tema del tetto al prezzo del gas. Molti i punti in cui i diversi stati divergono, e mano a mano che passa il tempo spaventa sempre di più la possibilità che qualcuno faccia di testa sua. Preoccupa soprattutto la reazione della Germania.
Non si è ancora raggiunto un accordo in merito a come, quando e quanto si porrà un tetto massimo al prezzo del gas naturale importato da fuori dell’Unione. Italia e Francia, così come altri 13 stati europei richiedono un cap generalizzato a tutte le importazioni di gas, mentre la Commissione Europea propone di mettere un tetto solo al gas russo.
In questo scenario, preoccupa la posizione della Germania nella discussione. Il Ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, ha chiarito che la Germania non è pronta a sostenere il contraccolpo che causerebbe l’imposizione di un improvviso tetto al prezzo del gas. In particolare non potrebbe permettersi altre ritorsioni da parte della Russia, considerando quanto i problemi con il gasdotto Nord Stream 1 stiano mettendo in ginocchio il mercato energetico tedesco.
L’Europa è divisa e le misure non bastano
Al polo opposto della discussione si pongono i paesi favorevoli a un immediato price cap. In primi la Francia e l’Italia, che spingono per un intervento rapido dei paesi comunitari per arrivare a un accordo sul tetto al prezzo del gas il più velocemente possibile. Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, ha affermato, alla fine della riunione degli omologhi europei, che si sta cercando di lavorare per un price cap con forchetta: cercare un minimo e un massimo entro cui i singoli paesi europei possano decidere in autonomia.
Intanto la Germania ha cominciato a mettere in opera un grande piano di aiuti per le famiglie che coinvolge uno stanziamento di 200 miliardi di euro. La Commissione Europea si dice preoccupata che questo piano del governo tedesco possa portare ad un’azione solitaria della Germania nei confronti del prezzo del gas, ignorando le direttive dell’UE. Un paese economicamente forte come la Germania che prende decisioni autonome rispetto alla visione comunitaria, infatti, potrebbe distorcere il mercato unico, mandando all’aria qualsiasi piano. Per questa ragione molti leader europei continuano a chiedere al Governo Scholz di mantenere il sangue freddo e di non agire indipendentemente.
Intanto sembra sia arrivato l’accordo per mitigare il prezzo dell’elettricità. Un taglio dei consumi del 10% in tutti i paesi europei, con la riduzione dei tagli al 5% nelle ore di punta.