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Economia

Stipendi, dopo Mario Draghi tocca a Giorgia Meloni: cosa sta per decidere il nuovo governo

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Bruno Galvan

Il nuovo Governo ha promesso in campagna elettorale una riforma strutturale fiscale e del lavoro. Il taglio del cuneo fiscale è una priorità della Meloni.

Anche se Mattarella non ha dato ufficialmente l’incarico a Giorgia Meloni di formare il nuovo esecutivo, la leader di Fratelli d’Italia lavora già da Premier. La colazione di centrodestra, con Fratelli d’Italia primo partito, si deve subito confrontare con il tema legato al lavoro. La crisi energetica ha dato il colpo di grazia alla nostra economia. Le imprese non assumono più per gli eccessivi costi a loro carico. In più molti hanno sospeso la produzione perchè i costi di produzione (in primis quello di energia e gas) sono diventati insostenibili soprattutto per medi e piccoli imprenditori.

Governo Meloni, le misure per il lavoro

I lavoratori hanno invece visto ridurre notevolmente il loro potere d’acquisto. L’inflazione quasi al 9% ha impoverito gli italiani che hanno modificato le loro spese riducendo i consumi. In campagna elettorale la Meloni ha puntato gran parte dei suoi consensi sulle riforme Irpef, sulla decontribuzione e non solo. Con l’addio del Governo Draghi restano comunque in vigore alcuni bonus. L’ultimo è quello di 150 euro per combattere il caro vita. Non si esclude però che proprio il nuovo Governo possa mettere fine anche a queste soluzioni definite tampone.

Le riforme di Giorgia Meloni

Fratelli d’Italia, così come gli altri partiti del centrodestra, vuole fare per i lavoratori autonomi la flat tax. La tassa piatta non riguarderebbe i redditi inferiori ai 13.000 euro. Chi ha un reddito maggiore pagherà solo il 15 o il 23% (qui le forze politiche devono trovare un accordo) di Irpef solo sulla parte eccedente a 13.000 euro. Altra novità in agenda della Meloni è quella di portare a 100.000 euro la soglia per le partite IVA con regime forfettario.

Lo scenario cambia invece per i lavoratori dipendenti. Il nuovo Governo ha in mente una riforma che permetta la decontribuzione per le imprese che assumono nuovi lavoratori. Lo Stato si farebbe carico per due anni del 100% dei contributi che una impresa dovrebbe pagare per l’assunzione. Inoltre è previsto un meccanismo che premia le imprese che assumono di più rispetto alle altre. Chi dà più lavoro pagherà meno tasse. In linea generale le imprese italiane dovrebbero beneficiare di un grande taglio di imposte sul lavoro dipendente così come i lavoratori in sede di dichiarazione dei redditi.  Il taglio del cuneo fiscale permetterebbe di avere più soldi in tasca ai lavoratori in quanto le aziende pagherebbero meno imposte.

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