Un nuovo grido di protesta contro la mancanza di manodopera si leva, stavolta da un imprenditore di manutenzione di infrastrutture. Nonostante i compensi molto elevati, non si riesce a trovare operai disposti a lavorare nell’azienda.
Esasperazione comprensibile quella che esce dalle parole dell’imprenditore Elia Stevanato, che da diverso tempo ormai non riesce a trovare nuovi operai per la sua azienda. Più volte l’imprenditore ha lamentato la situazione disastrosa in cui si trova, costretto a mesi e mesi di colloqui di lavoro che non portano a nessun risultato.
Elia Stevenato conduce l’azienda di famiglie, l’omonima ditta che si occupa di manutenzione per le infrastrutture, con sede a Salzano. Ristrutturazione di ponti, iniezioni di resina per le infiltrazioni d’acqua, giunti stradali, e molto altro. La ditta di Stevenato ha lavorato ad opere anche molto importanti, come il Mose di Venezia o l’autostrada Siracusa-Gela, ma si trova in mezzo a un grosso problema.
La ditta si trova a corto di personale. Il titolare ha fatto innumerevoli colloqui nei mesi scorsi, ma non è ancora riuscito che non facesse richieste assurde sull’orario e sulle ferie prima dell’assunzione, o che finisse per sparire per malattia poco dopo essere stato assunto.
Si tratta di lamentele non nuove. Molti imprenditori ultimamente si stanno trovando nella stessa situazione. I candidati per i lavori ci sono, ma spesso non basta un buono stipendio per convincerli a lavorare in un’azienda per una mansione umile come quella dell’operaio o del cameriere. Molti fanno rischiese sull’orario, sulle ferie, sulla possibilità o meno di lavorare il weekend. Insomma, spesso viene dato più peso al tempo che al denaro.
Nel caso specifico di Elia Stevenato, il problema sono principalmente le trasferte. Molti candidati operai, sopratutto tra i più giovani, non vogliono stare in giro per l’Italia e lavorare fino a orari tardi. Stevenato punta il dito contro il reddito di cittadinanza, reo, a suo dire, di dare una scusa comoda ai più giovani per stare a casa. Tuttavia non è solo questo. Per Stevenato la colpa è anche di un’educazione familiare “troppo accomodante”, che non insegna l’umiltà ai ragazzi. Attualmente l’azienda di Stevenato va avanti grazie a operai che dal sud Italia si sono trasferiti in Veneto per lavorare, tuttavia non sono abbastanza. Di recente la ditta ha dovuto rinunciare ad un appalto da 90.000 euro perché il titolare non aveva operai da mandare in cantiere.
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