I tedeschi si oppongono alla missiva dell’Italia e altri 14 nazioni sul price cap gas per evitare bollette sempre più care dal mese di ottobre in poi.
Niente price cap sul gas. L’Unione Europea sta pagando in termini di caro bollette ed inflazione la guerra tra Ucraina e Russia. L’aumento del prezzo di gas e luce sta toccando vette insostenibili per famiglie e imprese. Il colpo di grazia sul gas è arrivato con il guasto a tre linee del gasdotto Nord Stream che trasporta in Europa dalla Russia il gas. Si stima che le bollette da ottobre in poi saranno maggiorate almeno del 70% rispetto al periodo precedente. Ad opporsi ad un tetto massimo di prezzo del gas nella UE troviamo la Germania, ma anche Danimarca ed Olanda. Queste nazioni esportano grandi quantità di gas. Un tetto di prezzo limiterebbe i loro ricavi.
I Paesi favorevoli al price cap sono 15 su 27. Ad aderire alla missiva inviata alla Commissione Europea sul prezzo del gas ci sono: Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Belgio, Malta, Lituania, Lettonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Croazia, Francia, Bulgaria e Romania.
Il price cap è un massimale di prezzo, un tetto massimo, con il quale i Paesi potrebbero continuare ad acquistare gas purché il prezzo non superi una soglia concordata. Questo nell’ipotesi, ovviamente, che il fornitore non possa dirottare il gas verso altri mercati.
Non potendo costringere chi vende ad applicare un prezzo imposto dall’acquirente i modi per raggiungere l’applicazione del Price Cap sono due: la prima è consentire alle imprese di acquistare il gas al prezzo indicato dal tetto e reintegrare a livello statale la differenza di costo con il fornitore del gas, misura assai onerosa per i singoli stati; l’altra è ritrattare il prezzo della materia prima con tutti i fornitori, compresa la Russia, quindi, cosa che non renderebbe il provvedimento dedicato solo all’economia di Mosca, ma anche a Stati Uniti, Azerbajan, Algeria e Norvegia.
Nel frattempo bisogna cercare alternative al gas russo. Alcuni Stati si sono già mossi stringendo, come ha fatto la Germania, accordo con Paesi del Golfo persico. La Francia, pur aderendo alla lettera per il price cap, è tornata nuovamente a dialogare con l’Algeria. l’Italia ha riserve al 90% quindi non corre particolari rischi per questo inverno ma per il futuro si sta dando un’occhiata con l’aiuto di Eni a Nigeria e non solo.
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