Con una mossa a sorpresa, la Germania ha deciso di fare sola e tutelarsi sul fronte energia. Ecco la decisione
Il 30 settembre 2022 si è riunito il terzo consiglio Europeo sull’energia. La situazione non è affatto semplice e con l’arrivo imminente dell’inverno si preannunciano tempi molto duri. Se, almeno per ora, il tetto al prezzo del gas non sembra un’ipotesi abbordabile, l’Unione ha deciso nuove misure di risparmio energetico.
L’intenzione è quella di affrontare la crisi insieme e prendere decisioni in maniera conveniente per tutti. Ma a non essere dello stesso avviso, a quanto pare, sembra essere la Germania. I tedeschi hanno infatti deciso di andare da soli e di adottare misure uniche. Ecco qual è stata la decisione.
La mossa della Germania sull’energia: 200 miliardi di euro per frenare i prezzi
La richiesta di presentare una proposta riguardo il tetto al prezzo del gas è stata fatta da 15 membri dell’Unione Europea, ma tra queste non vi è la Germania. A quanto pare, infatti, il price cap non è la scelta numero uno dei tedeschi, i quali hanno deciso di andare da soli.
Nella giornata di ieri, infatti, la Germania, attraverso il cancelliere Olaf Scholz, ha annunciato di aver realizzato uno scudo economico di 200 miliardi di euro, con lo scopo di frenare i prezzi del gas. Una scelta che non è affatto piaciuta a molti altri membri.
Tra i primi a criticare la mossa del governo tedesco è stato il Primo ministro, Mario Draghi, il più deciso tra i grandi leader europei nel chiedere un tetto al prezzo del gas. “Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali” ha detto il premier. Draghi ha chiesto agli altri Stati membri di mostrarsi compatti e solidali.
Intanto Giorgia Meloni, vincitrice delle elezioni politiche italiane, si è sentita con Mario Draghi e ha dichiarato che nessuno degli Stati membri dovrebbe andare in solitaria, prendendo decisioni al di fuori di una strategia comune.
Nella giornata di ieri, il consiglio europeo ha approvato le nuove misure d’emergenza sull’energia. Previsto, infatti, un taglio ai consumi energetici del 5% nelle ore di punta; un tetto di 180 euro a megawattora sugli extra-ricavi delle compagnie energetiche produttrici di elettricità a basso costo, infine, una tassa sui profitti straordinari delle compagnie di energia combustibile.