L’Unione Europea è in ginocchio dopo il danneggiamento del gasdotto Nord Stream. Tutti gli Stati sono alla ricerca di gas alternativo a quello russo.
La crisi energetica sta impoverendo tutta l’Unione Europea. Ad aumentare vertiginosamente è il costo dell’energia elettrica così come il gas. La guerra tra Russia e Ucraina sta avendo ripercussioni catastrofiche sull’economia dei paesi europei. A far schizzare ancora più alle stelle il prezzo del gas in Europa sono stati i recenti danni alle tre linee del gasdotto Nord Stream che rappresentano la via principale per trasportare la materia prima dalla Russia in Europa. Questo incidente ha aumentato ancora di più il fabbisogno di gas in Europa. Sostituire nell’immediato il gas russo è praticamente impossibile. I vari paesi europei si stanno attrezzando per gare scorte di gas naturale liquefatto. Un’operazione decisamente costosa visto l’andamento del mercato. In questa situazione di piena crisi economica e di aumento costante dell’inflazione, ci sono nazioni che ci stanno guadagnando e non poco dalla esportazione di materie prime energetiche.
Quali sono le alternative al gas russo?
Sui danni ai tre gasdotti Nord Stream gli Stati Uniti pensano si tratti di un sabotaggio della Russia. Un’azione dimostrative contro i nuovi pacchetti di sanzioni inviate a Putin dalla UE. Al di là di questa tesi politica che inasprisce ancora di più gli animi, le certezze sono che l’Europa si sta muovendo per trovare alternative al gas russo.
La Germania ha stretto un accordo con i paesi del Golfo Persico per assicurarsi scorte necessarie per non restare a secco. La Francia sta creando un canale diretto con l’Algeria mentre l’Italia sta importando gas da Qatar e paesi emergenti africani come per esempio la Nigeria. In generale i paesi che più si stanno arricchendo sono il Qatar, l’Australia e gli Stati Uniti. A far aumentare ancora di più il prezzo è anche la domanda di gas naturale liquefatto. Uno dei maggiori competitori dell’Europa è l’Asia.
Bollette e danni gasdotto Nord Stream
Ad oggi i danni al Nord Stream non hanno una tempistica precisa sul ritorno alla normalità. Questo ulteriore imprevisto farà schizzare ancora di più in alto le bollette. Si prevede infatti un ulteriore rialzo del 60-70%. L’Italia, così come gli altri paesi della UE, per quanto riguarda le scorte energetiche è a buon punto avendo il 90% a disposizione. Tuttavia verranno fatti dei razionamenti per cercare di risparmiare il più possibile.