Ieri è stata resa nota la notizia del danneggiamento del gasdotto Nord Stream 1. Una notizia allarmante, visto che il gasdotto è la principale fonte di approvigionamento dell’Europa per quanto riguarda il gas metano. Ecco quali sono le conseguenze di questo evento.
Il danno al gasdotto che si è verificato nelle acque del Mar Baltico è senza precedenti. Un danno abbastanza importante da far temere per l’attuale, già grave, crisi del gas. Mentre Russia e Unione Europea si rimbalzano accuse di sabotaggio del gasdotto, ai cittadini europei non resta che farsi i conti in tasca e cercare di capire quanti danni porterà questa nuova stoccata al prezzo del gas naturale.
In un primo momento le fonti interne delle commissioni dell’Unione che hanno controllato i danni avevano riportato come non ci siano particolari differenze nella portata di metano del gasdotto.
Nord Stream, il gasdotto danneggiato per sempre
Tuttavia dopo qualche ora dalla scoperta del danno è saltato fuori che il problema è molto più grave del previsto. I danneggiamenti, che potrebbero essere stati il risultato di un attacco mirato, sono molto difficili da raggiungere, in quanto occorsi su tre linee del gasdotto sul fondo del mare. Secondo alcune fonti interne al Governo tedesco, interpellate dal giornale Tagesspiegel, i danni potrebbero essere irreparabili e le linee del gasdotto perse per sempre.
Questo ha, ovviamente, delle ripercussioni serie sul mercqato del gas metano. Il mercato Tts di Amsterdam, il principale centro di scambi per quanto riguarda il gas naturale in Europa, ha subito alzato le quotazioni del gas aumentandone di nuovo il prezzo. Per l’Italia il principale problema è proprio l’aumento del prezzo del gas metano, che potrebbe far aumentare il costo delle bollette per i cittadini già dal mese di ottobre. Secondo le stime, l’aumento di ottobre era previsto del 60% per la bolletta elettrica e del 70% per quella del gas. Questo già prima del danneggiamento del gasdotto.
Per alcuni paesi dell’Unione sono a rischio anche i tempi di stoccaggio del gas da utilizzare per i mesi invernali, rischio a cui l’Italia è fortunatamente esente. Il livello di stoccaggio del gas in Italia ha infatti raggiunto con largo anticipo la quota del 90% prevista per la fine di ottobre e non resta che rispettare la quota prevista per dicembre.