Continuiamo ad essere bersaglio dei call center e del telemarketing. Le invadenti telefonate dovevano essere state bloccate dal Governo, ma il sistema sembra non funzionare. Nonostante i divieti, le campagne di telemarketing aggressivo continuano a dar fastidio ai cittadini.
Nessuno di noi sopporta le chiamate da parte dei call center. Spesso sono operatori che cercano di vendere qualche offerta telefonica o altri servizi, altre volte le aziene di affidano a messaggi preregistrati. In entrambi i casi, si vorrebbe volentieri ricorrere allo strumento del registro delle opposizioni per evitare di essere chiamati ancora. Peccato che il sistema non stia funzionando.
Il registro delle opposizioni è un servizio gratuito realizzato dal Ministero delle Sviluppo economico tramite il quale gli utenti possono opporsi all’utilizzo del proprio numero di telefono da parte di quegli operatori che svolgono attività di telemarketing. Iscriversi al registro significa riuscire finalmente a sbarazzarsi di tutte quelle telefonate fastidiose da parte di call center di ogni genere.
Il registro è stato attivato lo scorso 27 luglio e dopo quale aggiustamento sembrava essere diventato lo strumento perfetto per liberarsi dalle chiamate pubblicitarie.
Peccato che non sia stato così. I 2,7 milioni di italiani che si sono iscritti al registro per avere un po’ di pace si sono trovati comunque sommersi dalle telefonati di call center fisici e telefonate automatiche. Il sistema non funziona perché la maggior parte delle chiamate, sia quelle automatiche che da call center, arrivano da fonti estere, dove non si applicano le regole della giurisdizione italiana. Per questo motivo la gran parte delle chiamate non vengono bloccate e stanno attualmente fioccando le denunce al Garante della privacy da parte di tutte quelle persone che non hanno aderito al registro, ma non hanno avuto i risultati promessi.
Il registo degli oppositori si è quindi rivelato un flop a tutto tondo. Non le chiamate moleste non sono diminuite e il Garante della privacy si trova sommerso dalle denunce, sia dei privati, che delle associazioni dei consumatori. In testa a tutte Codacons, che ha presentato un esposto anche alla Procura di Roma e all’antitrust in cui si chiede di indagare sulle violazioni al nuovo registro.
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