Non sarà un futuro facile quello che ci attende, anche nella semplice quotidianità. Presto si pagherà la crisi anche facendo colazione
Vivere in un Paese dove l’inflazione è esplosa e i prezzi di carburanti, energia e materie prime sono aumentati vertiginosamente vuol dire pagare tutto di più. La crisi economica, infatti, può entrare nella vita quotidiana delle persone, pervadendo anche nei piccoli gesti.
Se è facile rinunciare a fare il pieno di carburante alla propria auto una volta al mese, non lo è altrettanto in quei piccoli gesti quotidiani che, prima, non sembravano per nulla dispendiosi. Presto, infatti, potremo pagare la crisi anche facendo colazione. Ecco perché.
I rincari dei prezzi hanno ormai colpito ogni settore economico, facendo aumentare i costi di prodotti e servizi. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, stiamo assistendo ad un aumento generale dei prezzi. Il costo dei biscotti ha fatto registrare un +9,8%, il latte +19%, il pane +13,6% e lo zucchero un +14,9%. Secondo Coldiretti il caro-prezzi ha avuto un impatto devastante, colpendo gli italiani anche sulla colazione, con aumenti che vanno “Dallo zucchero al burro, dal caffè alla marmellata”.
I dati economici parlano di un aumento generale dei prezzi. In questo contesto economico aumentano il costo dello yogurt (+12,1%), dei cereali da colazione (+5,5%), della frutta (+8,3%), delle uova (+15,2%) e dei salumi (+6,8%). Dunque, fare colazione (e non solo al bar) oggi costa molto di più rispetto solo a 12 mesi fa.
Ma non sarà un problema riferito ai soli cittadini (che dunque dovranno ridurre le spese per la colazione). Si registra un forte aumento anche per il “primo pasto degli animali da allevamento”. L’aumento improvviso dei prezzi dei mangimi, infatti, ha indebolito fortemente la catena agroalimentare del Paese. il 13% delle aziende agricole italiane, infatti, si trova in situazioni di difficoltà.
Aumentano, infatti, i prezzi dei concimi (+170%), gasolio (+129%) e dei mangimi (+90%). Ma non solo, secondo il report fornito da Coldiretti, crescono anche i costi per l’acqua dedicata all’irrigazione (+300%), le etichette (+35%), il cartone (+45%), i barattoli di banda stagnata (+60%) e la plastica (+70%). Una situazione che richiede un tempestivo intervento da parte di chi governerà il Paese.
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