Un errore da parte dell’INPS che ha visto coinvolti tante persone completamente ignare di tutto. Queste si sono ritrovate una sanzione da pagare senza aver fatto nulla, perché la discrepanza mostrata dai moduli non era colpa loro, ma del modulo stesso.
Accade a circa 2.000 pensionati della provincia di Padova, che un problema con la Certificazione Unica ha portato a pagare 20 euro all’INPS come sanzione per un’infrazione che non hanno commesso loro. Si tratta di un grave errore da parte dell’INPS che dovrà essere corretto al più presto.
Un errore dell’INPS nella compilazione della Certificazione Unica che è costata una sanzione a più di 2.000 pensionati.
A segnalare lo sbaglio è stato Carlo Miatello, presidente di ANP Cia di Padova, che si è fatto portavoce delle proteste dei pensionati che si sono trovati in mezzo a questo errore. Miatello esorta quindi gli organi di competenza a non pretendere il pagamento delle relative sanzioni, visto che l’errore è stato commesso dall’INPS e non dai contribuenti a cui è stata richiesta.
Il problema si è rivelato essere la Certificazione Unica compilata dall’INPS, che a casua di un errore nel calcolo indicava un importo della penisone maggiore di quanto effettivamente percepito. Si tratta di un errore abbastanza comune in realtà. Succede abbastanza spesso che l’INPS sbagli a scrivere l’importo della pensione, e a questo normalmente seguono conseguenze. In questo caso ai pensionati è stata fatta una sanzione pari alla differenza di importo tra la pensione percepita e quella riportata sulla Certificazione Unica.
Le assiciazioni che difendono i diritti dei consumatori, come la già citata Anp Cia di Padova, richiedono che l’Agenzia delle Entrate annulli la sanzione contro i pensionati trovatisi in mezzo a questo errore. Oltre a Carlo Matiello, anche Massimo Lazzarin, direttore del Patronato Inac di Padova, richiede l’annullamento delle sanzioni. Non tanto per la somma in se, comunque irrisoria, ma per una semplice questione di principio. Non ha senso che i pensionati di Padova debbano pagare per un errore che non hanno commesso in prima persona, ma anzi, che è stato commesso a loro danno.
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