I guai a seguito dell’aumento del prezzo delle bollette sono già cominciati da un pezzo, ma questo inverno la situazione si farà tragica. Dopo aver distrutto famiglie e imprese, il caro bollette potrebbe andare a colpire anche servizi essenziali per la vita comune. I primi a rischio sono gli ospedali, sia pubblici che privati.
I rischi sono, letteralmente, di non avere abbastanza risorse per aiutare tutti. Ci si aspetta un rapido e consistente intervento dello Stato per arginare o quantomeno limitare l’impatto del caro bollette su tutti noi, altrimenti potremmo finire per dover dire addio agli ospedali e alle cliniche, che non avranno la possibilità di svolgere la propria funzione.
Ci si preoccupa in particolare per i pazienti in coma o quelli che hanno bisogno del sostegno costante di macchine per rimanere in vita.
Bollette, ora sono a rischio anche gli ospedali
Si parla ad esempio di persone nel reparto di terapia intensiva o di quei pazienti che hanno bisogno di interventi chirurgici, per cui occorrono strumenti e analisi svolti con apparecchi di radiodiagnostica, TAC o PET. L’allarme viene sia dalla sanità pubblica che dalle cliniche private. Il gruppo San Donato stima che nel 2022 la spesa delle loro cliniche per il gas sia aumentata dell’890%, mentre quella dell’energia elettrica del 260%.
Gli operatori della sanità pubblica richiedono allo Stato un contirbuto maggiore nel loro campo, vista la sua importanza. A inizio 2022 la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere aveva previsto un aumento delle bollette del 30%, richiedendo allo Stato un contirbuto di 500 milioni di euro per resistere all’impatto. Il Governo Draghi ha stanziato un contributo da 200 milioni, meno della metà di quanto richiesto. Questo, secondo i vertici della Federazione, non è sufficiente per contrastare l’aumento dei costi.
Per quanto riguarda il settore privato, anche le associazioni di questa categoria fanno appello allo Stato perché mettano a loro disposizione qualunque risorsa disponibile. In particolare si fa richiesta che le cliniche mediche private siano inserite nella liste delle attività energivore e gasivore, accedendo quindi alle conseguenti risorse statali. Le associazioni delle cliniche private richiedono un immediato incremento dei finanziamenti per il Servizio Sanitario Nazionale, per 1,6 miliardi di euro. In questo modo si potrebbe far fronte alla vertiginosa impennata degli oneri.