Ecco come puoi cavartela se hai problemi con il Fisco. Grazie a questa opzione potrai chiudere il contenzioso pagando solo il 20%
Il tema del fisco è uno degli argomenti centrali nel nostro Paese, spesso in ostaggio di numerose e raffazzonate norme burocratiche che complicano la vita di lavoratori e imprese. A questo proposito, l’Agenzia delle Entrate ha reso noto il modello per la rottamazione dei ricorsi pendenti in Cassazione.
Si tratta di un sistema che dà la possibilità al contribuente di chiudere il contenzioso pagando solo il 20% di ciò che si deve. Ecco, quindi, come fare per accedere a questa opzione.
Spesso può capitare che arrivi ad un cittadino un atto o un contenzioso emesso nei suoi confronti in maniera dubbia. In questo caso, il contribuente può intervenire direttamente, rivolgendosi alla Commissione tributaria provinciale (CTP) e chiedere l’annullamento totale o parziale del provvedimento (come, ad esempio, una cartella di pagamento o un avviso di liquidazione).
È importante ricordare che i contenziosi con il Fisco prevedono due gradi di giudizio. Il primo grado si svolge in Commissione tributaria provinciale territoriale. In questa istanza vengono presentati i ricorsi contro i provvedimenti degli uffici del Fisco e degli Enti locali.
Il secondo è il grado d’appello. In questo caso il tutto avviene davanti alla Commissione tributaria regionale ed è utile ad impugnare le sentenze emesse dalle CTP. Inoltre, se si ha intenzione di appellarsi alle sentenze emesse dalla Commissione Tributaria il contribuente potrà fare ricorso presso la Cassazione.
Il cittadino che non ha perso i gradi di giudizio appena mostrati potrà quindi avere la possibilità di chiudere il contenzioso usufruendo di condizioni a suo vantaggio. Secondo quanto stabilito dall’art.5 legge 130/2022, infatti, è possibile chiudere il contenzioso pagando solo il 20% o il 5%. Nel primo caso questo avviene nei ricorsi di valore non superiore a 50mila euro, e nei casi in cui il Fisco risulti essere soccombente in tutto in parte dei gradi di merito. Il secondo caso avviene quando vi sono ricorsi di valore non superiore a 100mila euro.
È possibile fare domanda di definizione agevolata presentando il modello approvato dall’Agenzia delle Entrate entro il 16 gennaio 2023. Sarà inoltre necessario allegare la copia di un documento di identità e la ricevuta del versamento fatto tramite F24.
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